Contro l'Ente Nazionale Sordi accuse strumentali

Quando la lotta politica finisce per invadere anche l'ambito sociale - che sarebbe bene tenere fuori da certe polemiche - c'è da preoccuparsi, perché si corre il rischio di vanificare i sacrifici di tante persone che, tra difficoltà di ogni genere, cercano di fare del loro meglio per aiutare gli altri. È quanto è accaduto all'Ente Nazionale Sordi al centro di una interrogazione al ministro della Salute a risposta in Commissione Affari Sociali di cui è prima firmataria la deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni presentata il 7 aprile scorso. Con l'atto di sindacato ispettivo in questione sono state chieste delle verifiche partendo dalla circostanza che vede la presidenza dell'Ente Nazionale Sordi affidata al numero uno del movimento politico "La Discussione". Una iniziativa, questa, che ha voluto trascinare nell'agone politico, senza che se ne sentisse il bisogno, una organizzazione che si è sempre distinta per lo spessore delle proprie battaglie, ponendosi come interlocutore privilegiato rispetto alle problematiche dei sordi ed instaurando con i rappresentanti istituzionali ai vari livelli un clima di reciproca collaborazione. Sulla vicenda è intervenuto l'onorevole Lucio Barani, capogruppo Pdl in commissione Affari Sociali, che ha definito «pretestuosa e inconsistente l'interrogazione della Farina Coscioni». L'esponente politico del centrodestra ha evidenziato come «la questione posta dalla deputata radicale sia tanto pretestuosa quanto inconsistente». Di qui la levata di scudi che ha voluto difendere la dignità ed il prestigio di una organizzazione che da anni si batte per affermare, in campo politico, economico e sociale la pari dignità dei cittadini sordi. In Italia, com'è noto, siamo passati da una fase di assenza pressoché totale di ogni tutela giuridica (in cui le persone sorde erano praticamente prive di qualsiasi diritto, venendo equiparate ai soggetti incapaci di intendere e di volere) ad una in cui, sulla base del dettato dell'articolo 3 della Costituzione, si è potuta approntare la lunga battaglia condotta dall'Ens e da altre organizzazioni con finalità analoghe per raggiungere l'obiettivo comune della eguaglianza sostanziale e non soltanto formale tra i cittadini.«L'Ens - sottolinea il deputato Pdl nell'intento di sottolineare la piena ed assoluta trasparenza nella gestione dell'ente da parte degli attuali vertici - essendo tra quegli enti che lo Stato riconosce come "storici" è soggetto a particolari controlli amministrativi. Puntuali e trasparenti verifiche sono infatti affidate direttamente alla Corte dei Conti». Lo stesso discorso non può essere fatto, a detta dell'esponente del centrodestra, per quanto riguarda «le associazioni di area radicale che pur godendo di contributi statali, sono presiedute da parlamentari e non sono soggette allo stesso livello di controllo delle associazioni storiche». Non vorremmo che, come nella parabola evangelica, si evidenziasse la pagliuzza nell'occhio del vicino, evitando di notare ben altre situazioni degne di interesse.
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