Consumi elettrici, Giappone a dieta

Dalla Rassegna stampa

Le imprese giapponesi che utilizzano oltre 500 KW devono ridurre i propri consumi di elettricità del 15% rispetto al picco registrato nell'estate 2010. Pena, un'ammenda fino a 1 milione di yen (8.500 euro). La misura è in vigore dal 1° luglio tutti i giorni della settimana, dalle ore 9 alle 20, e durerà fino a settembre.

L'arcipelago cerca di far fronte in questo modo all'emergenza provocata dal disastro all'impianto nucleare di Fukushima e alla chiusura di altre centrali atomiche e termiche danneggiate dal terremoto/maremoto dell'11 marzo scorso, cercando di evitare i black out.

Anche i privati cittadini sono invitati a ridurre i propri consumi. Dal canto suo il governo si è impegnato a lanciare delle allerte nel caso in cui il 97% della capacità di produzione venga raggiunto. Numerosi schermi installati in luoghi pubblici comunicano in tempo reale il livello dei consumi. Intanto l'utilizzo dei condizionatori viene ridotto e la temperatura fissata a 28° C. Per limitare il disagio dei lavoratori è stato permesso loro di abbigliarsi con indumenti più leggeri.

Secondo numerosi giapponesi però non vi sarebbe alcun rischio di black out, mentre queste misure avrebbero l'obiettivo di far credere che il nucleare è indispensabile al paese. Per l'autorevole settimanale Economisuto, la capacità totale di produzione di elettricità del Giappone raggiunge i 237 GW. Il picco di consumi del 2010 è stato di 159 GW e i 55 reattori del paese generano soltanto 48,8 GW.

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