I consiglieri senza auto blu difendono il maxi rimborso.

Dalla Rassegna stampa

Gliene hanno dette di tutti i colori, al dipietrista Stefano Zamponi. Da destra a sinistra. La più elegante: «Demagogo!». C'è perfino chi fa circolare la voce che ha il dente avvelenato per non aver avuto il posto da vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia ceduto da Filippo Penati a Sara Valmaggi. Comunque, malignità a parte, il blitz non gli è riuscito. Aveva presentato una mozione per abolire i rimborsi spettanti ai vertici del consiglio che non utilizzano l'auto blu: 51.600 euro lordi l'anno per ciascuno di loro. Ma l'assemblea presieduta dal leghista Davide Boni l'ha respinto con perdite.

Secondo chi lo accusa di demagogia Zamponi voleva far abolire una disposizione che in realtà avrebbe fatto risparmiare un sacco di soldi. Ovvero, la differenza fra il costo delle auto blu a cui hanno diritto i componenti dell'ufficio di presidenza (cinque in tutto) e i rimborsi: 24.400 euro. Autista compreso, ogni auto blu costerebbe infatti 86 mila euro, a fronte di 51.600 euro di rimborsi, sui quali per giunta il beneficiario dovrebbe pagare le tasse. Già. «Altro che risparmio», insiste Zamponi, sottolineando che quel rimborso è più alto di quello che veniva riconosciuto in precedenza, pari a 20.500 euro. I 51.600 euro lordi diventano infatti circa 30 mila netti. Diecimila in più. «Falso anche questo», giurano gli altri spiegando che a quei 20.500 euro andava aggiunto un secondo rimborso, al quale hanno diritto tutti i consiglieri, mentre i 30 mila comprendono tutto. E tanto basta per archiviare l'episodio come una pagina di bieco populismo. Senza che però la diatriba abbia sciolto alcune perplessità. Per esempio, che razza di auto blu costa 86 mila euro l'anno, cioè 7.166 al mese, sia pure autista compreso?

Certo, si potrebbe dire che il rimborso concesso agli elementi apicali del consiglio lombardo impallidisce rispetto a quanto accade altrove. D'obbligo citare ancora una volta Giuseppe Bova, ex presidente dell'assemblea calabrese al quale è stata liquidata la cifra astronomica di. 211.842 euro per 33 mesi di rimborso spese di trasporto. Pensare che un giorno aveva dichiarato: «Io non uso l'auto blu. Finché posso ne farò a meno». Il paradosso è che se sono veri i calcoli della Regione Lombardia sul costo delle loro auto blu, ci ha fatto persino risparmiare. Quasi 25 mila euro: complimenti.

Non altrettanto si può dire per Edouard Ballaman, ex onorevole per tre mandati, ex presidente del consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia. Si è dimesso dopo le rivelazioni di Anna Buttazzoni del Messaggero Veneto, che ha documentato una settantina di missioni non esattamente per ragioni istituzionali fatte con l'auto di servizio. Ragion per cui la Corte dei conti gli ha contestato un danno erariale di 22.877 euro. Lui, leghista duro e puro, che suggeriva ai contribuenti di detrarre d'autorità dalle tasse 35 mila lire per «le ingiuste spese delle auto blu». Lui, che al grido «I potenti devono viaggiare in utilitaria!» aveva presentato nel 1993 una proposta di legge per sostituire le lussuose berline con cilindrate mignon. Per dire quanto la strada della demagogia sia lastricata di tracce sorprendenti...

Il fatto è che l'auto propria o presunta tale è uno dei mezzi più comodi per arrotondare in molte Regioni stipendi già non esattamente simbolici. Basta ricordare lo stupore manifestato dal consigliere regionale radicale del Lazio Giuseppe Rossodivita, alla notizia che molti suoi colleghi non possedessero ufficialmente una macchina. Salvo poi incassare, tutti, succulenti rimborsi per uso dell'auto propria: 35 centesimi a chilometro, senza bisogno di ricevute.

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