Comune, stretta sui rimborsi E ai partiti meno fondi

Beati i consiglieri regionali che nonostante spending review e tagli ai costi della politica, continuano a guadagnare cifre record. Deve essere questo lo stato d’animo dei consiglieri comunali dopo l’ultimo parere del Collegio dei revisori dei Conti di Palazzo Marino.
Partiamo dall’inizio. Qualche consigliere si è lamentato. Troppo strette le maglie del rimborso taxi per partecipare ai Consigli e alle Commissioni di Palazzo Marino: ricevute complete di data, ora, percorso, solo per spostamenti urgenti all’interno della città, chiaramente in concomitanza con i lavori dell’aula e quindi solo nei giorni feriali e per un massimo di 25 euro a tragitto.
Mal gliene incolse all’incauto consigliere, perché il presidente dell’aula, Basilio Rizzo, dietro sollecitazione degli scontenti, ha inviato tutto al Collegio dei Revisori dei Conti di Palazzo Marino per un parere definitivo. E la risposta non si è fatta attendere: la ricevuta non basta più, per il rimborso è necessario presentare una fattura «quietanzata» (ossia con l’indicazione di avvenuto pagamento). Un concetto simile a un ferro ligneo, o se vogliamo, della stessa sostanza dell’araba fenice. E non perché i tassisti siano una categoria di evasori. Avete mai visto un autista che si ferma un quarto d’ora per riempire una fattura? No, per il semplice motivo che le fatture vanno richieste il giorno dopo al commercialista dell’associazione taxi che poi le invia al richiedente. Prassi complicata. Ma l’email indirizzata ai consiglieri è chiara: «Si fa presente che il tassista è tenuto ad emettere la fattura se la richiesta viene fatta prima della fine del trasporto del cliente e che tale documento potrà anche essere spedito o comunque consegnato dal conducente dell’auto pubblica entro 24 ore dall’effettuazione del servizio». Seguono anche dei consigli pratici: «Poiché la fattura dovrà essere intestata al consigliere che intende usufruire del rimborso, si suggerisce di portare sempre con sé il proprio codice fiscale».
Poteva andare peggio. Perché nella prima bozza i revisori erano stati più severi: si poteva utilizzare il taxi solo per arrivare a Palazzo Marino, ma non per tornare a casa. Qualcuno ha fatto presente che molte sedute dell’aula finiscono a notte inoltrata, quando i mezzi pubblici latitano, e così almeno il «ritorno» è stato salvato.
E vediamo le cifre a disposizione dei gruppi e dei consiglieri comunali per le spese legate al loro lavoro istituzionale: 64.200 euro. Ogni gruppo riceve 1.250 euro come quota fissa e 1.020 euro per ogni consigliere. Per cui per il Pd, partito di maggioranza relativo con 20 consiglieri, la cifra è di 21.650 euro. Al Pdl 11.450. Al gruppo Radicale, un solo consigliere, vanno 2.270 euro. Poco in confronto ai cugini regionali. E anche la lista delle spese possibili - voluta dalla giunta Pisapia - è molto avara di benefit. Ci sono rimborsi spese per la partecipazione a convegni, ma non a iniziative di partito. Acquisto di quotidiani, riviste e libri utili all’attività politico istituzionale (ma il rimborso arriverà solo dopo il timbro da parte del Comune). Acquisto di materiale informatico e telefonico ma «solo per piccoli acquisti urgenti non programmabili). Acquisto «o fotoriproduzione» di planimetrie o documentazione di dimensioni particolari attinente l’attività politica».
Qualcosa cambierà ancora. I revisori hanno chiesto al Consiglio comunale di dotarsi di un regolamento ad hoc per tutte le spese legate al lavoro dei consiglieri.
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