Colpiti dalla sua semplicità

La commozione e la gioia. Per qualche ora la politica dimentica i suoi veleni e le contrapposizione. Con una pioggia di reazioni positive, commenti, messaggi di auguri al nuovo pontefice. Il presidente Giorgio Napolitano ha seguito in televisione l’annuncio dell’elezione e ha «condiviso l’emozione del Paese» per il discorso di papa Francesco in piazza San Pietro, «colpito dalla semplicità delle parole pronunciate nella lingua nostra e della sua famiglia d’origine in Piemonte». Il presidente del Senato, Renato Schifani, si dice certo che il papa «saprà proseguire nella insostituibile opera pastorale cui è da sempre chiamato, riconfermando i valori dell’identità cristiana e rinnovando la propria missione di testimonianza». Il presidente della Camera Gianfranco Fini riprende le parole papa sottolineando «la necessità di affermare l’universalità dei valori di fratellanza, solidarietà e cooperazione tra i popoli». Dal San Raffaele, dove è ricoverato, Silvio Berlusconi scrive: «Invio alla Santità Vostra il mio augurio più fervido e formulo l’auspicio di un Apostolato fecondo e provvido per l’umanità. La Santità Vostra rappresenterà per noi il primo riferimento spirituale come già lo rappresentarono i Pontefici suoi predecessori».
A Nord Est non mancano le reazioni degli esponenti politici. Il governatore del Veneto, Luca Zaia: «Voglio cogliere nell’elezione un segno di rinnovamento nella tradizione che la Chiesa, nella sua millenaria saggezza, ha voluto dare al mondo». E aggiunge: «La complessità dei tempi in cui viviamo richiede la lucidità del gesuita che sa conciliare la fede con la scienza, l’intelligenza dell’intellettuale con l’umiltà di San Francesco». E il presidente del consiglio regionale Clodovaldo Ruffato: «È grande la nostra speranza di un pontificato capace di offrire non solo ai credenti ma al mondo intero risposte giuste ai problemi e alle inquietudini del nostro tempo». Gli fa eco il governatore del Friuli, Renzo Tondo. «In pochi giorni i vertici della chiesa cattolica hanno risposto alle attese dei fedeli di tutto il mondo scegliendo un pontefice segno di universalità e di apertura ai poveri della terra». Interviene anche Debora Serracchiani, candidata del Pd ai vertici della regione: «Un Papa che sceglie per sé il nome di Francesco ispira fiducia: mi auguro riporti la Chiesa all’insegnamento del Santo di Assisi, perché ce n’è un grande e diffuso bisogno». Sulla scelta del nome insistono anche i Radicali italiani con il segretario Mario Staderini: «La scelta del nuovo vescovo di Roma di prendere il nome di Francesco rappresenta una svolta epocale per la Chiesa cattolica. Mai nessun pontefice aveva in questi otto secoli scelto di chiamarsi come il poverello di Assisi».
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