Cittadinanza torinese ai figli degli stranieri

È un gesto senza alcun effetto legale, ma simbolico, al punto da convincere il ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge, a essere presente a Torino domenica prossima, quando, al parco della Tesoriera, la città consegnerà gli attestati di cittadinanza civica ai bambini nati nel 2013 a Torino da genitori stranieri.
«Il nostro è un forte riconoscimento verso chi è a tutti gli effetti cittadino italiano», spiega il sindaco Fassino. Ogni anno a Torino nascono circa 2 mila bambini da genitori stranieri residenti in città. In questi primi sei mesi del 2013 ne sono nati circa 800. Sono comunque tanti, ma fino ai 18 anni per la legge non sono italiani. E perciò non sono trattati come i loro coetanei italiani. Motivo per cui l’Unicef si sta impegnando da tempo e ha sostenuto l’iniziativa di Torino. Iniziativa che, va detto, è partita dal Consiglio comunale. Prima con il sigillo alla piccola Laila, la prima bambina nata nel 2012.
Poi, a dicembre dell’anno scorso con una proposta del consigliere Silvio Viale, radicale eletto nel Pd, con cui si chiedeva di modificare lo statuto della città, concedendo la cittadinanza civica a tutti coloro che sono nati a Torino ma non sono italiani. Una sorta di appello al Parlamento perché legiferi sullo ius soli. Tutti d’accordo? Mica tanto. Domenica Fratelli d’Italia organizzerà una contestazione alla Tesoriera. «Il ministro Kyenge arriva a benedire l’ultima buffonata ideologica del centrosinistra torinese», tuona il capogruppo Maurizio Marrone.
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