Cittadinanza onoraria ai figli degli stranieri

Dalla Rassegna stampa

La proposta approderà in Consiglio comunale lunedì 26, ma già ieri ha scatenato le rimostranze della Lega. Per chi l’ha avanzata, invece, rappresenta un gesto di civiltà, un ulteriore passo verso una piena integrazione. Il Comune di Torino modificherà il proprio statuto e istituirà un apposito registro - distinto da quelli per le comuni cittadinanze onorarie e per i sigilli civici con cui assegnare la cittadinanza onoraria a tutti i figli di stranieri nati a Torino che non sono italiani ma frequentano la scuola dell’obbligo.

Il provvedimento potrebbe riguardare 20 mila bimbi, sempre che le loro famiglie accettino e segue di pochi mesi il caso della piccola Laila Abdane, nata il primo gennaio 2012 da genitori marocchini. A fine maggio la Sala Rossa ha consegnato alla neonata la cittadinanza onoraria e il sigillo civico: un atto fortemente simbolico, su proposta del consigliere del Pd Roberto Tricarico. Sulla scia di quel caso Silvio Viale, presidente dei Radicali italiani e consigliere in Sala Rossa eletto nelle file del Pd, ha presentato la proposta di modifica dello statuto della città. Ieri la commissione capigruppo di Palazzo Civico, su input di Stefano Lo Russo (Pd), ha dato il via libera al testo. Contraria la Lega, favorevoli quasi tutti gli altri, cosa che dovrebbe garantire un ampio «sì» alla proposta. «Se l’esempio del registro di Torino verrà seguito dalle altre città, se migliaia di persone potranno avere la cittadinanza onoraria, ben difficilmente governo e Parlamento potranno continuare a eludere la questione dello “ius soli”», spiega Viale. Che cerca di parare le obiezioni: «La proposta di legare la cittadinanza alla scuola dell’obbligo, cioè ai bambini e ai ragazzi che vivono, studiano e crescono nelle nostre città, vuole vanificare ogni tipo di critica strumentale».

Negli anni scorsi Torino si è già portata avanti su diversi fronti: dal registro per il testamento biologico a quello per le unioni civili. E sempre su spinta - in quei casi da fuori il palazzo - dei radicali. Ora un altro passo. Decisione con zero (o quasi) ricadute pratiche, ma di un certo peso politico proprio perché destinata - alla vigilia dell’avvio della campagna elettorale - a scatenare il dibattito sullo «ius soli», il diritto alla cittadinanza per i bambini figli di stranieri che nascono in Italia.

 

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