Caso Urru, la Farnesina "Basta fughe di notizie"

Quello che resta al momento - dello strano caso della liberazione di Rossella Urru, annunciata a sorpresa da Al Jazeera, è la disperazione dei familiari. Gettati nell'ansia mentre dilagava l'entusiasmo collettivo su notizie incontrollate e che col passare delle ore si sono trasformate in un giallo tra Mali e Mauritania, con possibili scambi di prigionieri e rilanci in richieste di riscatto: tutto piombato poi nel nulla.
La Farnesina segue con attenzione la vicenda, ma il riserbo è strettissimo. E non perché abbia il significato di un «no comment»: perché non si può commentare il nulla. Lo dice Margherita Boniver, inviata speciale degli Esteri per la regione, pur invitando a «essere fiduciosi»: «Le fughe di notizie non servono a nulla». Naturalmente «La Farnesina non conferma la liberazione, ed è la Farnesina che annuncia eventuali sviluppi positivi». Che non ci sono, dunque «meglio il silenzio stampa».
I boatos ripresi dai siti on line di Mali e Mauritania, e rilanciati in un'eco gigantesca dalla tv del Qatar Al-Jazeera, non sono cessati neanche ieri: smentendo, stavolta, la liberazione della cooperante italiana rapita lo scorso ottobre in Algeria in tutta probabilità da estremisti legati alla Al Qaeda del Maghreb, assieme a due cooperanti spagnoli. Tanto che il ministro degli Esteri di Madrid, José Garcia- Margallo è volato a Bamako, in Mali. Ne avrebbe tratto l'assicurazione - ma in questo caso il condizionale è d'obbligo - che i suo connazionali «stanno bene».
La Farnesina, che si tiene in, contatto con gli spagnoli, non conferma e non commenta neanche questo. Mentre i siti mauritani e malinesi continuano a rilanciare una ridda di ulteriori dettagli, sempre citando «fonti informate». Anche il Cisp, l'ong per la quale lavora Rossella Urru, chiede di pubblicare solo «notizie certe» e «di fonte autorevole». Anche perché ambiguità e smentite di certo non aiutano a risolvere i sequestri.
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