Carceri, la scoperta d'agosto

Dalla Rassegna stampa
Fallimenti. Sono quasi settantamila i detenuti reclusi, rispetto ai 44.576 posti disponibili, e di questi 25mila sono stranieri   
L`iniziativa radicale, tra polemiche e accuse di passerelle, evidenzia  le condizioni disumane di moltissimi istituti penitenziari italiani   
 
ROMA. Le carceri per i radicali sono da  anni pane quotidiano, così come per i  rappresentanti della Chiesa e le tante associazioni  di volontariato che, ogni giorno,  assistono i quasi settantamila detenuti  nei 216 istituti penitenziari italiani.  Per alcuni politici diventano soltanto un  appuntamento ferragostano nel quale  scoprono le condizioni disumane nelle  quali vivono i detenuti: da Verona all`Ucciardone,  passando per Regina Coeli e  Poggioreale.  Per il secondo anno i radicali hanno promosso  il"Ferragosto in carcere", che quest`anno  ha visto l`adesione di oltre 200 tra  parlamentari, europarlamentari e consiglieri  regionali. L`iniziativa ha fatto registrare  da una parte un notevole successo,  ma dall`altra una serie di polemiche.  Gianni Gennari, alias Rosso Malpelo, nella  sua rubrica lupus in pagina su Avvenire  di ieri, metteva in evidenza il lavoro  della Chiesa italiana nelle carceri con  l`impegno dei cappellani e delle suore negli  istituti femminili. Anche la partecipazione  del senatore Marcello Dell`Utri e  dell`ex sottosegretario Nicola Cosentino  ha sollevato qualche perplessità. Così come  alcuni osservatori hanno evidenziato  che qualche politico voglia approfittare  dell`interesse mediatico dell`iniziativa per  mettersi in mostra.  Marco Pannello, aprendo a Roma con  una visita a Regina Coeli il"Ferragosto in  carcere", l`iniziativa promossa dal suo  partito, ha dribblato le polemiche, si è  mostrato soddisfatto della partecipazione.  L`istrionico leader radicale ha voluto  idealmente tendere una mano a tutti  quelli che sono impegnati per rendere più  vivibile la condizione carceraria. Pannela  si è augurato che in questi giorni ci sia  «una corale manifestazione di civiltà» e  che oggi e il giorno di Ferragosto nelle  carceri vadano anche «cardinali e arcivescovi»,  così come accadde agli inizi degli  anni Ottanta per la battaglia contro «lo  sterminio per fame», che vide Giovanni   Paolo II incontrare i radicali. Pannella  spera anche in un «segnale dei magistrati  capaci e onesti», ai quali dice: «dovete  manifestarvi e rappresentare che siete  pronti ad amministrare giustizia».  L`Udc anche quest`anno ha aderito alla  manifestazione radicale e saranno in  visita in diversi istituti di pena sul territorio  nazionale i parlamentari: Enzo Carra  (al carcere di Civitavecchia), Amedeo  Ciccanti (al super carcere di Ascoli), Teresio  Delfino (alle carceri di Saluzzo e di  Cuneo), Anna Teresa Formisano (al carcere  di Cassino), Pierluigi Mantini (al  carcere de L`Aquila), Roberto Rao (alla  Casa circondariale Buoncammino di Cagliari),  Lorenzo Ria (alla Casa circondariale  Borgo S. Nicola di Lecce), Mario  Tassone (al carcere di Siano ed al carcere  minorile di Catanzaro) e Domenico  Zinzi (al carcere di Santa Maria Capua  Vetere). «L`occasione - ha spiegato Roberto  Rao, capogruppo dell`Udc in commissione  giustizia della Camera - sarà utile  per evidenziare la necessità, più volte denunciata,  di interventi urgenti per alleviare  l`insostenibile situazione in cui versano  le carceri italiane. L`elevato numero di  suicidi e di gesti autolesionistici, la necessità  di interventi di manutenzione e di  creazione di nuove strutture detentive, la  carenza d`organico degli agenti della polizia  penitenziaria, a cui va il nostro sentito  ringraziamento, rendono chiara l`esigenza  di adeguare a standard minimi di  accettabilità la ricettività delle nostre prigioni  e le condizioni non solo dei detenuti  ma anche di chi lavora e opera all`interno  dei penitenziari. Ci siamo già fatti  promotori in Parlamento e confermiamo  il nostro sostegno a ogni iniziativa volta  a dare impulso a interventi migliorativi.  Confidiamo che "Ferragosto in carcere"  con la sua caratterizzazione bipartisan  possa favorire ed accelerare una convergenza  su un vero e proprio Piano nazionale  delle carceri e finalmente dare piena  soluzione a criticità che investono il  sistema penitenziario italiano nel suo  complesso».  Sul sovraffollamento Patrizio Gonnella,   presidente dell`associazione Antigone  che si batte per i diritti nelle carceri lancia  un invito e una provocazione: «Alle visite  di Ferragosto di parlamentari in carcere  seguano provvedimenti rapidi e concreti  per risolvere il sovraffollamento e migliorare  le condizioni di vita nei penitenziari.  Se tutto rimane come prima sarà stata  una inutile passerella.  Noi che visitiamo e monitoriamo le carceri  tutto l`anno sapevamo che le condizioni  erano drammatiche da anni. Speriamo  che finalmente se ne accorgano i  governanti».  Le cifre sono drammatiche sia per il  numero di detenuti sia per i morti in carcere  che rappresentano un segnale evidente  delle condizioni in cui versano le  strutture penitenziarie. Dall`inizio dell`anno  sono 41 i detenuti suicidi nelle carceri  italiane (34 impiccati, 5 asfissiati col  gas e uno si è tagliato la gola), mentre il  totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi,  malattie e cause "da accertare", arriva  a 105. Negli ultimi 10 anni i "morti di  carcere" sono stati 1.703, di cui 594 per  suicidio.  Il caso di Stefano Cucchi, morto all`ospedale  "Sandro Pertini" di Roma a una settimana  dal suo arresto per possesso di  droga, ha sicuramente fatto segnare una  brutta pagina per il nostro Paese. E proprio  riferendosi al caso Cucchi, il senatore  del Pd, Ignazio Marino, presidente  della commissione parlamentare d`inchiesta  sul Servizio sanitario nazionale,  informa che  «In seguito alle indicazioni della commissione,  il ministro della Giustizia, Angelino  Alfano, mi ha comunicato, con  una sua lettera ufficiale, che i correttivi  introdotti nel protocollo organizzativo  della struttura protetta del "Sandro Pertini"  saranno estesi a tutte le strutture   protette italiane». Il che vuol dire che  «se al momento del ricovero di Stefano  Cucchi vi era di fatto la proibizione di  comunicare con i familiari, in caso di  aggravamento di un paziente detenuto,  da oggi il medico, di fronte a una persona  privata della libertà, potrà fare ciò   che ogni medico pratica con ogni paziente: informare i familiari delle condizioni  cliniche del loro caro. Fino a oggi  per fare questo c`era la necessità di un  permesso del magistrato di sorveglianza,  richiesto attraverso il carcere. Occorrevano  giorni. Ora bastano minuti».  In carcere, però, come ricordava Roberto  Rao dell`Udc, convivono con i detenuti  anche gli operatori. Saranno i politici a  dare voce alle necessità, spesso vere sofferenze,  dei carcerati, mentre anche i sindacati  della polizia penitenziaria continuano  a criticare le condizioni di lavoro  cui sono sottoposti gli agenti. Per la Uilpa  penitenziari «in carcere si muore, ci si affilia  alle holding del crimine o si esercita  la violenza. Nel 2010 sono stati 165 gli  agenti penitenziari feriti. Non dimentichiamo  i 13 detenuti evasi e le 12 evasioni  sventate. Gli ingredienti per gridare  forte l`allarme ci sono tutti. Anche gli allarmi  sono stati lanciati, manca però chi li  raccoglie. In ogni caso plaudiamo all`iniziativa  dei politici». E l`Osapp ricorda che  la polizia penitenziaria «attende da tempo  la riforma integrale del sistema penitenziario  e del corpo, risorse aggiuntive di  uomini, di mezzi e di fondi" e denuncia  un`iniziativa "assurda"del ministero della  Giustizia che in alcune carceri avrebbe  assunto agenti pensionati per sopperire  al poco personale».   

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