Via il capo delle guardie dopo il cd sul "massacro"

Dalla Rassegna stampa

Al carcere di Teramo, quello del pestaggio di un detenuto, arriva il commissario. Lo manda il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha deciso di sospendere dall`incarico il comandante delle guardie penitenziarie Giovanni Luzi. Lui, il comandante, non vuole parlare, si è messo in malattia e, chiuso in casa, aspetta che l`inchiesta aperta dalla magistratura faccia chiarezza. La guardia responsabile di aver picchiato un detenuto è stata individuata, e anche il nome della persona che sembra aver subito l`aggressione è noto alla Procura di Teramo. L`episodio risale a qualche settimana fa ed è venuto alla luce grazie a una registrazione effettuata di nascosto da un agente. Un cd con la registrazione è stato poi fatto arrivare alla redazione del quotidiano Il Centro. C`era incisa la voce del comandante delle guardie che si rivolgeva ad un agente lamentandosi perché «il massacro è avvenuto in sezione». E aggiungeva in tono irato che «in sezione non si massacra un detenuto, si massacra di sotto». Cioè lontano dagli sguardi degli altri detenuti. «Il negro ha visto - s`indignava il comandante -, abbiamo rischiato una rivolta». L`altro giorno la deputata radicale Rita Bernardini è andata a Teramo a chiedere spiegazioni. Il comandante le ha confermato che la voce incisa sul cd è la sua, ma ha cercato di minimizzare il contenuto delle parole pronunciate. «Ho detto massacro, ma non nel senso che intendete voi. Noi usiamo un linguaggio forte anche quando ci riferiamo a un normale rimprovero». Non è stato certo un rimprovero. Ma, secondo i primi risultati dell`indagine giudiziaria, anche il detenuto picchiato avrebbe le sue colpe. Nel senso che fu lui per primo a scagliarsi contro l`agente, il quale fu poi ricoverato in ospedale per le contusioni riportate. Augusto Di Stanislao, teramano deputato Idv, liquida l`episodio come «un regolamento di conti all`interno di un carcere ingovernabile, una specie di Guantanamo». In effetti nel corso di quest`anno sono stati segnalati all`interno del carcere di Teramo «ben undici episodi di aggressioni ai danni di quattordici agenti penitenziari, che sono stati picchiati e feriti da detenuti», denuncia Eugenio Sarno, segretario generale della Uil-penitenziari. «Ho trovato un sovraffollamento spaventoso - dice la radicale Rita Bernardini -. E questo rende la situazione tesa, incandescente. Le celle dovrebbero accogliere al massimo 231 detenuti. Ce ne sono stipati quattrocento. Mentre il numero delle guardie è ridottissimo». Tutto questo, afferma ancora Eugenio Sarno, «era ben noto, e da un anno le organizzazioni sindacali avevano chiesto interventi forti a Teramo, compresa la sostituzione del comandante. Ora che il danno è fatto il ministero interviene». Ma c`è anche chi se la prende con l`agente che ha fatto esplodere il caso con quella registrazione effettuata di nascosto e poi fatta filtrare all`esterno. Donato Capece, responsabile del Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, lo accusa di essersi comportato in modo scorretto. «Esistono - dice altri modi per denunciare un episodio». Quello anonimo non va bene. Ricorda, secondo Capece, la vicenda del «corvo» che, qualche anno fa, a Palermo, diffuse veleni all`interno del pool antimafia con conseguenze nefaste.

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