
09/11/09
Corriere della Sera
Al carcere di Teramo, quello del pestaggio di un detenuto, arriva il commissario. Lo manda il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che ha deciso di sospendere dall`incarico il comandante delle guardie penitenziarie Giovanni Luzi. Lui, il comandante, non vuole parlare, si è messo in malattia e, chiuso in casa, aspetta che l`inchiesta aperta dalla magistratura faccia chiarezza. La guardia responsabile di aver picchiato un detenuto è stata individuata, e anche il nome della persona che sembra aver subito l`aggressione è noto alla Procura di Teramo. L`episodio risale a qualche settimana fa ed è venuto alla luce grazie a una registrazione effettuata di nascosto da un agente. Un cd con la registrazione è stato poi fatto arrivare alla redazione del quotidiano Il Centro. C`era incisa la voce del comandante delle guardie che si rivolgeva ad un agente lamentandosi perché «il massacro è avvenuto in sezione». E aggiungeva in tono irato che «in sezione non si massacra un detenuto, si massacra di sotto». Cioè lontano dagli sguardi degli altri detenuti. «Il negro ha visto - s`indignava il comandante -, abbiamo rischiato una rivolta». L`altro giorno la deputata radicale Rita Bernardini è andata a Teramo a chiedere spiegazioni. Il comandante le ha confermato che la voce incisa sul cd è la sua, ma ha cercato di minimizzare il contenuto delle parole pronunciate. «Ho detto massacro, ma non nel senso che intendete voi. Noi usiamo un linguaggio forte anche quando ci riferiamo a un normale rimprovero». Non è stato certo un rimprovero. Ma, secondo i primi risultati dell`indagine giudiziaria, anche il detenuto picchiato avrebbe le sue colpe. Nel senso che fu lui per primo a scagliarsi contro l`agente, il quale fu poi ricoverato in ospedale per le contusioni riportate. Augusto Di Stanislao, teramano deputato Idv, liquida l`episodio come «un regolamento di conti all`interno di un carcere ingovernabile, una specie di Guantanamo». In effetti nel corso di quest`anno sono stati segnalati all`interno del carcere di Teramo «ben undici episodi di aggressioni ai danni di quattordici agenti penitenziari, che sono stati picchiati e feriti da detenuti», denuncia Eugenio Sarno, segretario generale della Uil-penitenziari. «Ho trovato un sovraffollamento spaventoso - dice la radicale Rita Bernardini -. E questo rende la situazione tesa, incandescente. Le celle dovrebbero accogliere al massimo 231 detenuti. Ce ne sono stipati quattrocento. Mentre il numero delle guardie è ridottissimo». Tutto questo, afferma ancora Eugenio Sarno, «era ben noto, e da un anno le organizzazioni sindacali avevano chiesto interventi forti a Teramo, compresa la sostituzione del comandante. Ora che il danno è fatto il ministero interviene». Ma c`è anche chi se la prende con l`agente che ha fatto esplodere il caso con quella registrazione effettuata di nascosto e poi fatta filtrare all`esterno. Donato Capece, responsabile del Sappe, il sindacato di polizia penitenziaria, lo accusa di essersi comportato in modo scorretto. «Esistono - dice altri modi per denunciare un episodio». Quello anonimo non va bene. Ricorda, secondo Capece, la vicenda del «corvo» che, qualche anno fa, a Palermo, diffuse veleni all`interno del pool antimafia con conseguenze nefaste.
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