Camera, oggi la votazione in giunta Lega e Radicali decidono sull'arresto

Dalla Rassegna stampa

Il via libera della giunta all'arresto di Nicola Cosentino potrebbe essere legato a un voto. Quello del radicale Maurizio Turco che ieri ha espresso qualche perplessità sulla richiesta di carcerazione dei magistrati napoletani. Voto, sia chiaro, che avverrà sì oggi pomeriggio ma dovrà essere poi ratificato dall'Aula nei primi giorni del nuovo anno. Tempo che potrebbe cambiare le carte in tavola. Perché ad oggi non sarebbero molto favorevoli all'ex sottosegretario. A cominciare dall'orientamento della Lega. «Ho manifestato le mie perplessità sul piano tecnico» dice il parlamentare del Carroccio Luca Paolini. Altolà alle manette per il deputato casertano? Non proprio se Paolini mette le mani avanti: «Perplessità che non equivalgono alla decisione finale che arriverà dopo il confronto con i colleghi in giunta». E per il voto di gennaio non fa previsioni: «Tutto dipenderà da una valutazione che il gruppo intero della Lega farà dei fatti». Sullo sfondo la possibilità di uno strappo, il caso Cosentino diventa centrale anche nel rapporto tra Bossi e Berlusconi. E con l'incognita del partito del Senadir si ritorna alla fredda geometria dei numeri. Su 21 componenti dell'ufficio delle autorizzazioni a procedere sarebbero 10 i voti contrari all'arresto, compresi i due della Lega, e 11 quelli di Pd, Idv e Terzo Polo. Compreso però, tra quest'ultimi, quello del radicale eletto nei democrat Turco che, due settimane fa, bocciò l'uso delle intercettazioni per l'ex ministro dell'Agricoltura Saverio Romano, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Scelta quest'ultima in disaccordo con dipietristi e democratici. E sarebbe parità, a questo punto.

«A mio avviso non ci sono i 3 presupposti chiave, reiterazione del reato, pericolo di fuga e inquinamento delle prove, per la custodia cautelare. Ho molte perplessità sull'arresto - ragiona il leghista in giunta Paolini - e anche Turco, della componente radicale del Pd, ha sollevato qualche perplessità. Il dibattito serve proprio a questo. Ma il giudizio della Lega per domani (oggi, ndr) in Giunta sarà completo, perché frutto della valutazione di tutte le fonti a disposizione». C'è persecuzione nei suoi confronti, secondo lei? «Ha spiegato in giunta di non essere stato mai sentito dai magistrati nonostante le continue richieste». Proprio ieri è stato ascoltato dai magistrati. «Non lo sapevo, lo apprendo da lei ora», dice Paolini che ribadisce come «il mio partito deciderà alla fine di tutti gli interventi che ci saranno in giunta. E così alla Camera a gennaio». Già. Anche se, tatticismi a parte, la pancia del Carroccio preme per un ok all'arresto. Provane è lo sfogo, ieri, dell'europarlamentare Matteo Salvini: «Come si stava quando eravamo al governo? Ecco, lì godevamo poco. Quando c'erano i casi Cosentino, godevamo abbastanza poco». E se era scontato sin dalla vigilia l'ok di democratici e dipietristi, arriva anche quello certo dei centristi. E Pierluigi Mantini, capogruppo dell'Udc in giunta, fa un quadro molto duro. «Abbiamo già annunciato il nostro orientamento favorevole alla custodia cautelare nei confronti di Cosentino, perché la richiesta che arriva dai magistrati non appare persecutoria. I fatti sono gravi, il contesto - spiega - è allarmante e c'è una contiguità tra le attività del deputato Cosentino e quelle dei Casalesi in molti campi, sia che si parli della gestione dei rifiuti, sia che si parli di finanziamento per l'apertura di centri commerciali». E sembra più che scontato il via libera oggi pomeriggio all'arresto se aggiunge: «Naturalmente le prove devono essere ben circostanziate nel processo e il deputato Cosentino deve godere di tutte le garanzie previste dal processo stesso». Ma l'ultima parola sarà dell'Aula a voto segreto. E lì peseranno, eccome, i voti dei molti malpancisti trai 59 voti leghisti.

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