C'è un problema in procura

“Certo la Procura di Napoli non ne esce bene “ osserva un parlamentare della maggioranza a proposito dell'udienza di Alfonso Papa in Giunta delle autorizzazioni a procedere, dove l'accusato ha sostenuto la tesi di un complotto ordito dai suoi ex colleghi napoletani sulla base di antiche rivalità. È una tesi che si può anche ritenere infondata. Quello che invece un fondamento deve per forza averlo è l'aggregato di magistrati chiamato in causa da Papa, che non è uno sprovveduto. Almeno come gruppo deve pur essere esistito, e quello che colpisce in esso è l'assoluta eterogeneità. Si va da Arcibaldo Miller una delle colonne di Magistrastura Indipendente a Napoli prima di essere designato al ministero dai governi di centro-destra, a Paolo Mancuso, autorevolissimo rappresentante di Magistratura Democratica. Papa evoca una sorta di patto "unitario " - a cui lui si sarebbe sottratto - contro l'allora procuratore Cordova, in nome della difesa delle passate gestioni della Procura. Solo che le precedenti gestioni si erano distinte per vicende come quella di Enzo Tortora e non solo. Tutte effettivamente condotte in clima di grande unità di tutte le componenti della magistratura locale. Tanto che il giudice estensore delle sentenze di assoluzione di Tortora venne emarginato da Magistratura Democratica, cui pure apparteneva. Morale della favola: sia che si considerino le accuse a Papa, sia che si valuti la sua autodifesa, in ogni caso "la Procura di Napoli non ne esce bene ".
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