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La delegazione di giuristi e di garanti dei detenuti ricevuta ieri da Giorgio Napolitano, ha ribadito al presidente della Repubblica quanto era già scritto nella lettera in cui si chiedeva il colloquio, ovvero l'urgenza del ricorso a misure quali l'amnistia e l'indulto. Il presidente dal canto suo ha ribadito quanto già aveva scritto nella risposta alla lettera dei cento giuristi, ovvero che non esclude pregiudizialmente il ricorso alle misure evocate ma, non ravvisando le necessarie condizioni politiche in questo momento parlamentare, consiglia l'adozione di altri tipi di intervento. Così ieri pomeriggio l'agenzia Ansa riassumeva i termini dell'incontro offrendo al lettore un illuminante esempio dell'inutilità dei contatti diretti dopo un confronto epistolare. Resta però uno spiraglio che potrebbe rivelarsi decisivo. Ne ha parlato, sempre all'Ansa, il garante dei detenuti di Firenze Franco Corleone riferendo della richiesta al presidente della Repubblica di utilizzare sul tema lo strumento costituzionale del messaggio alle Camere. La decisione sull'opportunità politica di una simile iniziativa sarebbe, almeno questa, interamente demandata alle scelte del presidente.
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