Bordin Line

Diffido per carattere dalle impostazioni ideologiche ma continuo a chiedermi che senso abbia nel Ventunesimo secolo un ente statale preposto a realizzare programmi televisivi e a diffonderli. Ormai anche Vendola è disposto a convenire, magari solo in pubblico, che non tocca allo stato produrre panettoni o automobili. Sulla produzione statale di telegiornali e fiction si incontrano invece resistenze molto più estese degli ambienti vendoliani.
Un aspetto però è innegabile: il Cda Rai nominato dal Parlamento è non solo inutile dal punto di vista aziendale, perché basterebbe un amministratore delegato, ma, ed è molto peggio,-utilissimo ai fini di una ramificata man bassa dei partiti.
Il problema non è tanto il criterio spartitorio della nomina dei componenti quanto le scelte, le assunzioni e le spese, lottizzate, in cui consiste il loro compito. Un direttore editoriale nominato, insieme all’amministratore delegato, dall’esecutivo e controllato dal Parlamento sarebbe la soluzione più logica. Decide lui e ovviamente ne risponde. E’ quello che ha proposto Veltroni? E se pure?
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