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Anche Franco Cordero, venerdì scorso, ha scritto della vicenda della "trattativa". Come tutti i suoi articoli la lettura è doverosa. Si parte da Filippo il Bello per arrivare a Giorgio Napolitano. Si può non essere d'accordo ma qualcosa si impara sempre. Meno imperdibile l'articolo di Travaglio il giorno dopo sul Fatto. Esultante, segnala ai lettori che "il grande giurista, garantista di antica data" - da lui incautamente paragonato a Tabucchi che non era né l'uno né l'altro - condivide le critiche al Quirinale. Sia pure. Ma Cordero non è solo un pozzo di scienza giuridica e un "garantista". È anche un colto e ironico descrittore di tipi umani. Per esempio: "... Non ha dubbi sull'esito, né patisce antagonisti interni; stanno tutti fuori e quest'estroversione genera comode dicotomie, lui gioca carte sicure; perdenti e abominevoli gli oppositori, dall'ultimo tonsurato 'tiepido' al papa 'pirata'; nella sua hantise i 'tiepidi' corrispondono agli ebrei céliniani, 'ondoyants, obséquieux, visqueux, secrets', 'vermiculaires, persuasifs, enlavants, envahissants'. Posizione comoda: sta dalla parte destinata al trionfo, avendo un nemico repellente; mai conosciuti agonisti più self-assured" (E Cordero "Savonarola, voce calamitosa" Laterza 1986). Vi ricorda qualcuno?
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