Bordin line

Fra i tanti libri usciti per il ventennale delle stragi di mafia, quello di Enrico Deaglio, malgrado il titolo da feuilleton - "Il vile agguato. Una storia di orrore e menzogna" - deve essere fra quelli scritti meglio. Deaglio sa raccontare. Ho cominciato a sfogliarlo e un particolare mi ha subito inquietato. I mafiosi che svuotano il covo da dove è uscito latitante per l'ultima volta Riina. A pag. 61 si scrive della "cassaforte divelta", come anche altri avevano scritto in precedenza. A me questa cosa ha sempre divertito e lasciato perplesso. Che bisogno c'era di svellere dal muro la cassaforte? Non bastava portarsi via il contenuto? Riina era forse contornato da idioti? Oppure la cassaforte era una sorta di sacro Graal della mafia? Fa ridere. Infatti la cassaforte sta ancora lì, la si poteva vedere in tv la settimana scorsa durante la bella intervista di Felice Cavallaro a Rosaria Schifani trasmessa da RaiTre. Come dire, c'è la prova televisiva. Del libro occorrerà riparlare, ma è certo che di balle, anche se scritte bene, l'antimafia non dovrebbe aver bisogno.
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