La Bonino oggi vola a Bruxelles

Dalla Rassegna stampa

Giorno fondamentale per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i fucilieri di marina detenuti in India. Nel giro di poche ore la Corte suprema indiana terrà la prima udienza, dopo la petizione urgente presentata dall’inviato di Palazzo Chigi, Staffan de Mistura. Contemporaneamente il ministro degli Esteri Bonino porterà la vicenda dei due marò al Vertice di Bruxelles. Il «caso marò» sarà così sul tavolo dei lavori del Consiglio Affari Esteri dell’Ue, che vedrà riuniti nella giornata di oggi nella capitale del Belgio i capi delle diplomazie dei 28 paesi. Vicinato Meridionale (in particolare Siria ed Egitto), processo di pace in Medio Oriente, Afghanistan, Iran, preparazione del Vertice UE-Russia, Repubblica Centroafricana e Sud Sudan saranno gli altri principali temi su cui si articoleranno i lavori. In queste stesse ore la Corte suprema indiana esamina la petizione urgente depositata dal governo per chiedere che i due fucilieri di marina possano rientrare in Italia in attesa del processo, definendo subito il capo di imputazione e scongiurando contemporaneamente la legislazione che prevede la pena capitale. L’udienza sarà probabilmente interlocutoria, ma permetterà agli avvocati dei due soldati italiani di insistere fortemente perché si accelerino i tempi.

Nei giorni scorsi il governo italiano ha chiesto espressamente che l’India «mantenga le promesse» riguardo al fatto che il caso non sia considerato tra quelli che prevedono la pena di morte. L’Italia, attraverso la petizione alla Corte Suprema indiana, è intervenuta diplomaticamente e con energia perché, a due anni ormai dalla morte dei pescatori indiani, siano immediatamente chiariti i reati contestati, escludendo il ricorso alla legge antiterrorismo (Sua Act) e che si permetta ai marò di rientrare in Italia in attesa del processo, che era già stato promesso per il luglio 2013. L’intervento italiano è comunque ampio. Le Camere hanno anche deciso di inviare una delegazione per manifestare vicinanza e sostegno ai marò. La responsabile del dicastero degli Esteri aveva chiarito nei giorni scorsi l’importanza dell’intervento diplomatico «a tutto campo» relativamente alla delicata vicenda. Il ministro Bonino non ha infatti escluso nuove misure se non ci sarà, ora, un’accelerazione nella soluzione del caso o, peggio, se fosse contemplata la pena di morte.

Il vicepresidente della Commissione Ue, Antonio Tajani, del resto lo ha detto chiaramente: qualora l’India dovesse far ricorso alla legge antiterrorismo, «l’Ue sarebbe costretta a interrompere le trattative per gli accordi per libero scambio e anche a sospendere le facilitazioni tariffarie in atto». «I valori dell’Ue ha aggiunto Tajani - non possono essere barattati con il business, per noi è fondamentale la tutela dei diritti umani e l’Ue ha anche ricevuto il Premio Nobel per la Pace proprio per questo». Non solo. A livello internazionale, il governo ha vagliato varie forme di intervento: se dovessero presentarsi scenari negativi il ministro degli Esteri ha avvertito che «tutte le opzioni» sarebbero sul tavolo per la diplomazia italiana. La Bonino ha fatto cenno anche alla possibilità di ostacolare in tutte le sedi le ambizioni di New Delhi per un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Anche perché, come ha ricordato il ministro Mauro in svariate sedi, e anche ieri stesso in una intervista, «i due marò sono innocenti»: non sono stati loro a sparare ai due pescatori indiani. «Nel frattempo - ha aggiunto il responsabile della Difesa - che l’India si decida e ci rimandino indietro i due marò».

 

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