Bonino, i due Marco e quel singolare destino di Emma (aridaje) for president

Dalla Rassegna stampa

Il presidente Napolitano neanche aveva finito di dire "è necessario passare le man...", che verso di lui se ne sono protese alcune decine, e tutte a suggerire quello che a parole smentivano: io, io, io... Poi, siccome ha pure aggiunto "nel momento in cui ci sarà una candidata donna a presidente della Rep...", ecco che tonante si è levata la voce di Pannella: lei, lei, lei - Bonino Emma, ché se una donna da qualche parte ha da andare, Emma perfetta è. Perciò, appena Napolitano ha tirato il fiato, a raffica ha cominciato Pannella, si aprano le linee a Radio radicale!, c'è gente che di settennato in settennato pare perdere il sonno per il paese rimasto così a lungo orbo del contributo di Emma. Si sa: nessuno di Emma può dir male, tutti di Emma hanno da dir solo bene - e il fatto che non sia al Quirinale da almeno un ventennio pare offesa certa e sicuro sintomo di regime e antidemocrazia. Dai giorni di "Emma for president", quando i sondaggi la facevano volare e certi screanzati l'atterrarono preferendo Ciampi, l'offesa ancor brucia, e di nuovo è un turbinio di passione e fumo da toscano di Marco, da "violenza istituzionale che vieta e impone", a "dimenticanze sullo stato della democrazia italiana". La Bonino ha singolare destino; ognuno la loda e poche volte se la piglia - e Marco ostinatamente la rimette in pista, la ripiazza al centro, la ributta in competizione. E siccome i sondaggi tra i lettori di Libero e del Corriere (pure questi, che fretta) la innalzano svettante sopra ogni altro, straccia femmine e maschi, rieccocci con il solito tormentone pannelliano, dal fondo di ammirevoli battaglie e ammorbanti sproloqui: e come la statua della santa nel dì della festa patronale, Emma viene di nuovo issata, processione sondaggistica in testa e processione di fedeli radiofonici in coda fanno ala, ola, mar Rosso che s'apre. Poi, come sempre, non se ne farà niente - nonostante due italiani su tre al Quirinale la vorrebbero, al governo la vorrebbero, ovunque la vorrebbero (però, alla prova alla regione Lazio mica l'hanno voluta) - e saggiamente la diretta interessata di “politici maschilisti" parla, e le mani avanti pare mettere. Ma il genio visionario e ciarliero di Pannella è già pronto a occupare tutti i mesi che verranno con ritrovato tormentone: Emma (aridaje!) ancora for president. Se Marco P. si porta avanti con il lavoro, Marco T. sul Fatto deve soprattutto contenere la soddisfazione per l'addio a fine mandato di Napolitano al Quirinale. Che continuando a stare lì, a leggere gli ultimi editoriali travagliesi, avrebbe potuto finire col dargli persino qualche soddisfazione in più del caro Cainano. Così ieri, commentando sul sito la scomparsa di Tabucchi, l'altro Marco ha rammentato gli attacchi dello scrittore a Napolitano, "che diversamente da Ciampi di leggi vergogna non ne respinse nemmeno una" -tiè! Il giornale di Padellaro pare già aver iniziato un festoso conto alla rovescia per l'addio della prossima primavera. I lettori, dopo il, Cav., soprattutto l'inquilino del Quirinale sembrano avere sulle sensibili palle democratiche. "Sei stato il peggio presidente della Repubblica che si ricordi", scrivono. E c'è chi ancora sta lì con i bagagli pronti a lasciare l'infida nazione, "la decisione di espatriare, di allontanarsi da questo nefasto paese, è ognora la più saggia per chi possa permetterselo". Esagerati: neanche Emma volete aspettare?

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