Biotestamento in giunta in versione soft

Arriva in giunta il Piano di zona, il libro mastro dei servizi sociali del Comune, ma l’attenzione è già tutta concentrata su un punto specifico, quello che molte polemiche ha creato nelle scorse settimane e che si è intrecciato alle scelte di fine vita del cardinale Carlo Maria Martini: il riferimento alla creazione di un registro del testamento biologico. Fumo negli occhi per la componente cattolica della maggioranza, ma fortemente voluto dal sindaco Giuliano Pisapia e dall’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, che nel pieno della bufera aveva ribadito: «Troveremo una sintesi, ma sul principio andiamo avanti».
Il sindaco ha incontrato i capigruppo dei partiti che lo sostengono per delineare l’agenda di settembre, con la necessità di far approvare dal consiglio comunale, tassativamente entro fine mese, sia il Piano di zona - pena la perdita di finanziamenti pubblici per 14 milioni - sia l’assestamento di bilancio. Ma la riunione è soprattutto servita a fare la quadra sul testo della delibera che verrà votata dagli assessori e che poi arriverà in aula: versione un po’ più soft della prima ipotizzata, con un riferimento esplicito all’articolo 32 della Costituzione («nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge»).
«Noi riteniamo che Milano debba dare ai cittadini uno strumento per esprimere le proprie volontà, già ben chiarite proprio da quell’articolo»,
spiega Carmela Rozza, capogruppo del Pd, al lavoro, in queste ore, per rammendare gli strappi tra le componenti laica e cattolica del suo gruppo. Solo oggi sarà chiara la scelta della vicesindaco Maria Grazia Guida e dell’assessore Marco Granelli - voto a favore, contrario, astensione - ma, per scongiurare il peggio, Majorino ha comunque snellito il testo.
Resta un riferimento generico alla necessità che il Comune si doti di un regolamento sulle volontà di fine vita, ma si rinvia la palla al Consiglio, che dovrà lavorare su una Carta dei diritti del malato (una prima bozza, quella contestata, prevede 14 articoli tra cui uno sul 'diritto alla manifestazione anticipata delle direttive di fine vita'). Del resto proprio il Consiglio è già investito del tema, visto che i Radicali hanno da poco depositato le oltre 6mila firme raccolte per la delibera di iniziativa popolare sul testamento biologico.
Dopo l’approvazione, la delibera passerà in commissione venerdì e, probabilmente, approderà in Consiglio comunale mercoledì prossimo: da quel momento in poi, marce forzate fino al 29 settembre, data limite per l’approvazione. Ma per fine mese - al più tardi per il 5 ottobre - dovrà avere il voto dell’aula anche l’assestamento di bilancio (di cui ha parlato ai capigruppo il direttore generale Davide Corritore), su cui pende la spada di Damocle della partita Sea-Serravalle e la ricerca di soluzioni alternative per far quadrare il bilancio. In giunta si attende anche la nuova delibera su Area C: il consigliere della Lega Morelli - che lunedì potrebbe subentrare come capogruppo a Matteo Salvini, storico consigliere del carroccio che abbandona Palazzo Marino - annuncia nuovi ricorsi.
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