Berlusconi-premier, una telefonata per rilanciare il patto

Per tutta la giornata ha regnato la confusione e ha dominato il dubbio su fino a che punto Berlusconi avrebbe potuto tirare la corda. Le posizioni sono cambiate di ora in ora, con chiusure nette alternate a marce indietro, e si sono sbloccate solo a tarda sera con una telefonata risolutiva tra i due leader. Ancora nel pomeriggio, raccontano, l’ex Cavaliere è durissimo: «O ci danno un riconoscimento delle nostre posizioni, o si chiarisce che noi siamo alla pari con loro, o non se ne fa niente». Ma, dall’altra parte, Renzi non è meno duro: irritatissimo dai toni ultimativi di Brunetta e non solo - arrivati mentre i contatti con il plenipotenziario Verdini fervevano in vista di un incontro con lo stesso Berlusconi - ha irrigidito le sue posizioni: «Niente aut aut o facciamo da soli». Un muro contro muro, insomma, che ha rischiato di far saltare il processo di riforme, e che è stato sbloccato solo da una telefonata tra Renzi e Berlusconi a tarda sera.
I due leader, con toni molto diretti, hanno chiarito le rispettive posizioni: Renzi ha ribadito che non avrebbe tollerato alcun ultimatum, Berlusconi ha assicurato che non si sarebbe sottratto all’accordo del Nazareno, ma entrambi sapevano che avrebbero dovuto fare un passo avanti. Il presidente del Consiglio ha dato l’ok a modifiche del testo che non mettano in dubbio i paletti essenziali, a partire dall’ineleggibilità. Questo almeno nella prima lettura al Senato. Nel prosieguo si vedrà. Berlusconi da parte sua ha assicurato il voto del suo partito, sempre alla prima lettura della riforma di Palazzo Madama, anche senza il varo definitivo dell’Italicum, che potrà arrivare in un secondo momento. L’impegno di Berlusconi è stato garantito da una nota arrivata in tarda serata: «Come ho più volte ribadito, Forza Italia intende rispettare fino in fondo l’accordo stipulato con il Segretario del Pd, Matteo Renzi, sulle riforme costituzionali e la legge elettorale». E ancora: «Forza Italia non si rimangia alcunché», risponde piccato Berlusconi, indirettamente, ad Alfano. E chiarisce che non si vogliono smontare i punti chiave dell’accordo. D’altra parte, spiegano i suoi, il rischio di andare al voto oggi con l’Italicum sarebbe troppo alto per una Forza Italia diventata, secondo i sondaggi, terzo partito. Ma Berlusconi si dice anche sicuro di incontrare nuovamente il premier: «Sono sicuro che in un prossimo incontro con il presidente Renzi sarà possibile mettere a punto le procedure e i dettagli per la modifica del Senato e per i tempi dei percorsi parlamentari, che non facevano parte dell’accordo».
Ma sulla data del faccia a faccia è difficile sbilanciarsi: per giovedì infatti è attesa la decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano e i tempi sono strettissimi. Bisognerà capire se e a chi fra Berlusconi e Renzi potrebbe convenire rimandare a dopo il verdetto dei giudici l’incontro chiarificatore. E di questo che si ragiona infatti in queste ore mentre fervono i contatti tra Verdini e Letta da una parte e Guerini dall’altra per arrivare a dei punti condivisi del testo di riforma. L’unica certezza, per il momento, è che il bigbang sulle riforme è stato evitato all’ultimo minuto.
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