Berlusconi & Pannella, la strana coppia che può risvegliare l'Italia

Dalla Rassegna stampa

L’incontro con Marco Pannella è incongruo e magnifico. Berlusconi e quel bel vecchio con il colone sembrano un "vent’anni dopo" nel senso di Alexandre Dumas. Il banchetto, i militanti, i referendum razionali, giusti e pazzi, minoritari ma pieni di luce per tutti. Marco P. batte a firme e quattrini, con l’innocenza svergognata e astuta del profeta. Silvio B. accetta la mano tesa dell’evangelismo miscredente. Sono accomunati dalla passione politica e dalle passioni personali: niente è mai non negoziabile. Le persone di peso e di intelligenza sono dentro e fuori la legalità, se ne fregano del controllo di legalità. Berlusconi non è nuovo a questi gesti incongrui, anche se sullo sfondo c’è la sua nuova condizione di carcerato, magari domiciliare. Chiese la grazia per Sofri, senza smentirsi mai nonostante l’impopolarità di quel chiedere nel suo mondo. Può rivivere una vita pubblica diversa, l’uomo politico che ha sfidato il comune sentimento del pudore dei bacchettoni di sinistra, che ha flirtato con la furbizia orientale delle ragazze, che se ne è sempre impipato dell’accreditamento nell’establishment, che ha fatto il buffone per fare inorridire il Financial Times e Bill Emmott, che si è messo la bandana e ha cantato con Apicella, che ha fatti secchi a dozzine i leader avversari ed è sempre lì, ostracizzato dai parrucconi della Cassazione, a battersi per la continuazione di un pazzesco racconto a puntate, mentre la sinistra parla di un paese normale in cui ci si sottomette agli Ingroia alle Boccassini alle Erinni e agli Esposito? Certo che può. Per noi, che lo abbiamo scritto in tempi non sospetti, la forza di Berlusconi è nel fatto che un conservatorismo divenuto liberalismo di massa può esprimersi nei termini di un radicalismo assoluto.

Eliminati molti equivoci, forse è venuto il tempo di qualche nuovo esperimento nel paese in cui solo i vecchi sanno sperimentare. Vero Renzi? Ti sembrava grandioso come la tua stessa premessa prometteva il tuo buon comizio tradizionale a Forlì, una risciacquatura di veltronismi vari, modernizzanti, ma di nuovo senza l’anima, senza, il coraggio di dire alla tua base, mentecatti compresi di una lunga stagione di lobotomizzazione filistea: quel che prometto si può fare solo pacificando e rivoluzionando insieme la lotta politica incagliata sulla giustizia ingiusta e politicizzata? Un governo di ordinaria amministrazione e di gestione bilaterale può restare in carica tranquillamente, e la decadenza di Berlusconi può diventare l’ascesa nel cielo di una superpolitica che compie infine il miracolo della terra promessa: la giustizia nel paese dei lunghi coltelli, la definitiva riqualificazione riformatrice delle platee della destra rombante, mentre la sinistra della legalità rifluisce sulla cupezza delle sue fissazioni, delle regolette inventate per essere applicate agli amici e interpretate per gli amici. Un carcerato per capo nel paese dei secondini: che sogno, we have a dream. Abbiamo avuto per leader uno strano animale, che sconvolgeva cuori troppo commossi, che aizzava malintenzionati, ma che teneva aperta la porta al delirio libertario di cui questo paese ha un disperato bisogno, e ora quella porta può essere varcata da una strana coppia. Se Berlusconi avesse votato il referendum radicale sulla cancellazione della quota proporzionale, invece di restarsene a casa, avrebbe governato ben altrimenti nella legislatura del 2001-2006. Ma ora con l’aiuto dello Zingaro può tornare sui propri passi, privilegio riservato a pochi nella storia. Che li percorra a un ritmo sicuro, rapido e rombante.

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