Barricate leghiste contro l'Ambrogino a Tettamanzi

La lista completa delle candidature all'Ambrogino d'oro dovrebbe essere chiusa entro fine settimana, anche se il Pd è pronto a chiedere una proroga di almeno sette giorni. Per ora, il nome più caldo è quello del cardinale uscente Dionigi Tettamanzi, sul quale il centrosinistra concentrerà i propri consensi.
«Quest'anno noi cercheremo di proporre solo nomi condivisi» dice il capogruppo dei Democratici Carmela Rozza, «su Tettamanzi spero che si troverà un accordo». Il nome dell'arcivescovo, però, non piace alla Lega Nord, che ha già annunciato le barricate. Tuona il consigliere lumbard Alessandro Morelli: «Se fosse solo un premio all'arcivescovo, sarebbe anche accettabile. Il problema riguarda l'uomo, perché sarebbe un premio anche alle sue sue posizioni politiche». A decidere sarà l'ufficio di presidenza del consiglio comunale, che vaglierà la messe di nominativi (l'anno scorso furono oltre 150). Trenta medaglie d'oro e quaranta attestati civici di benemerenza. Già scartato dal centrosinistra il nome di Sergio D'Elia, segretario dell'associazione contro la pena di morte "Nessuno tocchi caino" ma con un passato da terrorista di estrema sinistra: la sua candidatura, proposta dal radicale Marco Cappato, ha trovato la ferma condanna del Pdl e l'alt del Pd.
I partiti si raduneranno nei prossimi giorni per completare la lista. Per il momento, si sa che il centrodestra punterà su Bernardo Caprotti, patron di Esselunga. Marco Osnato, consigliere Pdl, chiede l'Ambrogino d'oro per Luca Barisonzi, l'alpino ferito il 18 gennaio in Afghanistan e oggi ricoverato all'ospedale Niguarda. Riccardo De Corato, ex vicesindaco, sceglie invece per la medaglia alla memoria Pierluigi Torregiani, il gioielliere ucciso nel 1970 dal commando di Cesare Battisti (il figlio della vittima, Alberto, l'ha già ricevuto in passato). Sempre il centrodestra pensa alla candidatura dell'associazione del Parco delle Risaie, mentre tra i padani sì fa largo la tentazione di proporre i comitati di quartiere che hanno lottato contro gli insediamenti abusivi dei rom.
La tradizione delle polemiche si presenta puntuale come la ricorrenza del santo patrono e la richiesta bipartisan di sottrarre la procedura alla spartizione partitica. L'anno scorso, dopo un'interminabile discussione sui nomi, prevalse la linea del compromesso: un premio alla casa della Carità di don Virginio Colmegna, voluto dal centrosinistra, ma anche un'onoreficenza ai vigili che si impegnano negli sgomberi dei campi nomadi. E poi ancora: una medaglia all'arcivescovo emerito di Bologna Giacomo Biffi e un ambrogino all'ex direttore di Avvenire Dino Boffo. Tra pochi giorni, il via alle danze.
© 2011 Libero Quotidiano – Ed. Milano. Tutti i diritti riservati
SU