Balduzzi: applicare tutta la 194

«La 194 è una legge dello Stato, e quindi va applicata in tutte le sue parti». L'ha affermato ieri il ministro della Salute Renato Balduzzi commentando la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha respinto mercoledì il ricorso del giudice tutelare del Tribunale di Spoleto sulla norma che depenalizza l'aborto a ben precise condizioni. Incalzato sul tema dell'obiezione di coscienza - una scelta in costante crescita da anni tra medici e personale infermieristico -, il ministro, da esperto giurista qual è, ha ricordato che essa «risponde a valori costituzionali»: «Il problema quindi - ha aggiunto - è che la 194 va applicata tutta, sia nella prima parte che nella seconda parte. Questo è sempre stato il mio punto di vista». Il tema dell'obiezione di coscienza era stato posto ieri in un'intervista a Repubblica da Emma Bonino, col consueto tono sbrigativo: il «problema», aveva detto l'esponente radicale eletta nelle liste del Pd, oggi sarebbe «lo svuotamento di senso» della legge 194 «nascosto con l'obiezione di coscienza». E aveva sprezzantemente aggiunto che «in molte Regioni» è come se la 194 «non ci fosse perché troppi medici sono obiettori e spesso non per motivi ideologici o di fede, ma per far carriera: perché, se fai gli aborti, primario rischi di non diventarlo mai». Con buona pace di un diritto garantito dalla stessa legge che si dice di voler difendere a ogni costo. «Al di là dei risvolti polemici e ideologizzati di questo episodio - afferma Vincenzo Silvestrelli, presidente della Federazione Umbra Movimento per la Vita - ci colpisce come ancora una volta la questione sia stata considerata solo da un punto di vista, trascurando le varie altre possibili soluzioni che si trovavano a monte del problema presentatosi a Spoleto. Si dimentica ad esempio che esiste la possibilità di partorire nell'anonimato e che la legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell'Ospedale dove è nato». Oltre a una piena applicazione della legge 194, giustamente ricordata dal ministro, si attende ora da Balduzzi la firma delle attese linee guida per la legge 40, pronte da tempo.
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