Arrivano sani, si ammalano qui

Dopo la propaganda "emergenziale" sugli sbarchi di immigrati (va ricordato che solo i12 per cento dei libici fuggiti dalla guerra è venuto in Italia), ora l'attenzione si sposta sui bisogni di base dei migranti. E la salute, il più elementare dei diritti umani, sta al primo posto. Ad oggi il 97 per cento di loro può contare sul Ssn, ma nel concreto hanno difficoltà di accesso alle cure, sono poco informati, vivono malesseri psicologici dovuti ai disagi esistenziali (insicurezze sociali, sul lavoro, abitative). Sono persone fragili: arrivano sane e qui si ammalano facilmente. Dall'aumento dei casi di tubercolosi e di Aids ai tassi più alti di aborti e di incidenti sul lavoro, è ormai evidente che le condizioni di salute degli immigrati aprono nuovi scenari di fronte ai quali i professionisti della sanità appaiono impreparati. Così l'Ordine dei medici di Messina ha chiamato a raccolta esperti italiani e di paesi arabi, per parlare del fenomeno e anche di diritti e di solidarietà. Perché il mondo (noi compresi) sarà sempre di più multietnico e la buona (o cattiva) salute dei migranti riguarderà tutti. Con buona pace di chi, scioccamente, alimenta paure e odio contro "clandestini", rifugiati, regolari...
© 2011 La Repubblica. Tutti i diritti riservati
SU