Appello a Napolitano: "Presidi europei nei Paesi di partenza"
L’Italia da sola non ce la può fare per evitare che il Mediterraneo sia un cimitero di migranti. Serve un coordinamento a livello europeo. La buona notizia è che il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e il senatore Luigi Manconi, ieri pomeriggio, hanno presentato al Presidente della Repubblica un progetto per aiutare i migranti, attraverso la creazione di presidi internazionali dell’Unione europea nei Paesi di partenza o di passaggio. Quella cattiva è che già nel 2001 l’Unione europea aveva ventilato questa ipotesi, ma non se n’è mai fatto nulla. «Occorre la volontà politica - sotto linea Manconi, presidente della Commissione dei diritti umani al Senato - e ci auguriamo che anche Napolitano, oltre al premier Letta, ci aiuti in questa battaglia».
Il sindaco Nicolini, la pasionaria degli aiuti agli immigrati, ieri ha disertato i funerali di Agrigento non tanto per l’incontro con Napolitano, quanto per il disappunto sull’organizzazione delle esequie. «I tanto sbandierati funerali di Stato non ci sono stati - spiega con pacatezza ma determinazione - mentre sono stati invece invitati esponenti del governo eritreo. Ma come? Proprio coloro da cui fuggono migliaia di uomini, donne e bambini stremati dalla guerriglia e dal caos». Il sindaco di Lampedusa parla di «luci ed ombre: luci nell’eroismo degli uomini dello Stato che hanno fatto soccorso e prima accoglienza, ombre per la mancanza di coordinamento, di gestione delle tante azioni».
Ribadisce poi la necessità di istituire «una giornata della memoria il 3 ottobre». Ipotesi avallata dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr). Il delegato Laurens Jolles: «Dal 2011 ad oggi oltre 2.600 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste italiane». Una media agghiacciante. «Tra le 6 e le 7 vittime al giorno» sintetizza Manconi. E il suo omologo alla Camera, Mario Marazziti, si unisce al sostegno «dei presidi internazionali e di un Campo di accoglienza europeo in Sicilia». Intanto il sindaco Ignazio Marino è disponibile ad accogliere a Roma gli eritrei richiedenti asilo, sopravvissuti il 3 ottobre, non appena avrà il via libera del Viminale.
© 2013 La Stampa. Tutti i diritti riservati
SU
















