Anticorruzione, per il Pd avanti tutta fino alla fiducia

Se due più due fa (ancora) quattro, c’è da ritenere che il ddl anticorruzione, da oggi in aula al senato, vada avanti spedito potendo essere approvato entro la fine della settimana per poi tornare alla camera ed ottenere il via libera definitivo per metà novembre. Non c’è stato, solo, “il timbro” apposto dalla ministro Severino domenica in tv sulla «seconda Tangentopoli» che sta vivendo il paese e dunque sulla «fretta» di approvare la nuova legge che ci viene chiesta anche dall’Europa. E ieri, in un’intervista all’Indipendent, il premier Mario Monti ha indicato nel «contrasto dell’evasione e della corruzione» le due principali priorità del governo: segno che non c’è alcuna intenzione di ritardare o sfilare ancora quella “tela di Penelope” che da due anni è all’esame del parlamento e alla quale ora, in tanti, vorrebbero rimettere mano. Dopo l’Anm e il presidente di Md, anche Roberto Saviano, ieri, invitava governo e parlamento a ripensarci e a rafforzare il ddl «sul falso in bilancio, suo voto di scambio, sulla concussione» ed altro ancora come la prescrizione.
Temi, peraltro, sui quali il Pd da tempo chiede modifiche presentando relativi emendamenti ma che aprirebbero spazi ingestibili di mediazioni facendo slittare fuori tempo massimo l’approvazione.
Per questo ancora ieri il responsabile giustizia, Andrea Orlando, è tornato a chiedere al governo di porre «subito la fiducia per battere l’ostruzionismo del Pdl: non si può più temporeggiare.
La legge contro la corruzione deve essere approvata subito» ha detto. E questo nonostante l’incontro (previsto per ieri) che avrà questa mattina con il guardasigilli Severino insieme a Costa e Rao, responsabili giustizia del Pdl e dell’Udc, per tentare di dirimere la vexata quaestio dei fuori ruolo con doppie e triple carriere – tutti i magistrati, anche quelli amministrativi, e avvocati. C’è chi proporrà di stralciare questo articolo 18 che tocca categorie “ben” rappresentate sia in parlamento che al governo (Pdl, Idv e Radicali hanno già presentato emendamenti) Orlando invece è contrario: «Converrebbe non toccare niente – dice a Europa – ed approvare il testo così come è arrivato dalla camera». E poi c’è chi è convinto che sia materia da disciplinare a parte ma, soprattutto, che il rischio di stoppare tutto va bypassato. A favore di quest’ultima posizione c’è la corsa contro il tempo per l’incandidabilità dei condannati (in via definitiva), la trasparenza amministrativa, la definizione degli illeciti e delle sanzioni disciplinari nella pubblica amministrazione e l’incompatibilità degli incarichi dirigenziali: essendo oggetto di deleghe al governo, se non viene approvata subito la legge, potrebbero arrivare troppo tardi per la formazione delle liste elettorali e non solo.
© 2012 Europa. Tutti i diritti riservati
SU