Addio a Melega, giornalista appassionato

È morto improvvisamente la notte scorsa all’ospedale di Venezia dopo una breve malattia lo scrittore, giornalista e uomo politico Gianluigi Melega, tra i padri fondatori del quotidiano "La Repubblica". Era nato a Milano il 12 gennaio 1935; come giornalista è stato a "Il Giorno", il suo primo quotidiano nazionale, "L’Europeo" (che ha anche diretto tra il ‘76 e il ‘77), "L’Espresso" e "La Repubblica" che lo ha visto tra i giornalisti fin dall’ideazione del quotidiano diretto da Eugenio Scalfari.
Militante radicale, è stato parlamentare tra il 1979 e il 1986. Scrittore, librettista d’opera, scacchista, inviato speciale e giornalista dalla prosa secca ed elegante, ha pubblicato con Scheiwiller, Baldini e Castoldi, Feltrinelli, Archinto, Gaffi. Nel prossimo mese di ottobre uscirà per Marsilio e Gaffi l’edizione completa del suo romanzo di una vita "Tempo lungo Autobiografia del boom".
Ai familiari di Melega il cordoglio del capo dello Stato, Giorgio Napolitano che non appena saputo del lutto ha inviato a Irene Bignardi e ai figli Barbara e Michele il seguente messaggio: «Ho appreso con tristezza la notizia della morte di Gianluigi Melega. Ne ricordo l’appassionata attività nel giornalismo e in Parlamento. Le mie condoglianze a quanti gli hanno voluto bene e a coloro che hanno condiviso con lui anni di impegno politico e civile».
A ricordare «il compagno di memorabili battaglie per la conquista di nuovi spazi di libertà e di liberazione» anche il Partito radicale. «Sempre nei momenti essenziali, quelli che contano e in cui ci si conta, i Radicali hanno trovato Gigi al loro fianco, e hanno potuto contare su di lui e sul suo sostegno generoso, pronto e disinteressato», si legge nella nota diffusa dal partito di Pannella e Bonino.
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