Accreditamenti sanità il governo fa ricorso

È «censurabile», per il Consiglio dei ministri, la "sanatoria" sugli accreditamenti (legge n. 6) approvata dal Consiglio regionale il 22 aprile: contrasterebbe con la Costituzione, con la tutela della salute dei cittadini, il coordinamento della finanza pubblica e con altri principi. Il governo, con l'impugnativa, passa la parola alla Corte costituzionale.
La legge affrancava (per il conteggio dei posti letto) i privati dai vincoli delle quattro mega-aree del Lazio, prorogava di 6 mesi il termine per le domande, trasformava il policlinico Tor Vergata in Istituto di cura a carattere scientifico... La governatrice, minimizzò: «Macché sanatoria: ci sono 7mila pratiche di accreditamento in giacenza». Che sarebbero state "sanate" online con un'autocertificazione attraverso la Lait. La legge passò con le astensioni del Pd, il no di Idv, Sel, Fds e Radicali che la assimilarono a un condono violando la concorrenza con il pubblico. Ora le censure del governo: l'autorizzazione spetta alla Regione, non alle Asl; i privati possono essere accreditati, anche se non hanno presentato domanda o lo hanno fatto in modo incompleto, purché provvedano entro 15 giorni. Nessun accreditamento senza l'accertamento o la comunicazione dell'esistenza dei requisiti e non può essere glissata la verifica triennale sulla sperimentazione gestionale per il policlinico Tor Vergata...
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