Stato di diritto: iniziative di denuncia radicale contro lo scempio di legalità
Lo scempio dello Stato di diritto.
"Avviare la preparazione di denunce, a tutti i livelli, per l'incriminazione dei massimi responsabili istituzionali dello scempio nella nostra Repubblica dello Stato di Diritto, della legalità e dei diritti civili e politici dei cittadini italiani."
è quanto ha deliberato il Comitato nazionale di Radicali Italiani nella mozione approvata il 29 luglio scorso di fronte alla necessità di “interrompere la condizione di flagranza criminale che, a partire dalla negazione del diritto ad ottenere giustizia in tempi ragionevoli per arrivare alla condizione strutturale di tortura inferta nelle carceri, colloca lo Stato italiano al di fuori della Costituzione, del diritto comunitario e internazionale” .
Le prossime iniziative
Tra le prime iniziative in preparazione, due riguardano i magistrati di sorveglianza e i Gip. È l'avvocato Alessandro Gerardi a spiegarle entrambe, durante un'intervista a Radio Radicale: "l'ordinamento penitenziario assegna poche ma importanti funzioni al magistrato di sorveglianza", tra cui "vigilare sulla organizzazione degli istituti di prevenzione e pena anche al fine di assicurare che la custodia degli imputati e dei condannati sia attuata in conformità con leggi e regolamenti. Ciò nonostante capita spessissimo di visitare carceri in cui i detenuti non hanno mai visto il magistrato di sorveglianza competente, il quale peraltro non si reca da loro nemmeno per i colloqui richiesti, e non evade le istanze che gli vengono rivolte".
Diverso il discorso per i Gip, che muove da un dato abnorme indicativo dell'in-giustizia italiana: "il 42% dei detenuti italiani è in attesa di giudizio e sono i Gip ad emettere le ordinanze che dispongono la custodia cautelare in carcere" ha detto Gerardi. L'iniziativa radicale prevede di inviare a tutti i capi degli uffici Gip una diffida perché si ricorra al carcere "come misura cautelare estrema, ogni qual volta non si sia in grado di garantire al destinatario del provvedimento un trattamento carcerario giusto, conforme a principi e leggi. In caso contrario -ha aggiunto Gerardi- alla diffida seguirà la relativa denuncia presso le Procure della Repubblica".
Lo stato della giustizia italiana: l'intervento di Gerardi
Diritti e Nonviolenza
Anche Marco Pannella, è intervenuto sull'argomento: "Noi radicali, accanto alla pratica nonviolenta che è il modo più efficace per difendere lo Stato di diritto e i diritti umani, invitando i nostri interlocutori a rispettare la loro propria moralità, i loro propri doveri, i loro propri obblighi, seguiamo l'obbligo di ogni cittadino, che se si trova a passare e ad assistere ad un omicidio ha l'obbligo di intervenire, altrimenti è colpevole di un reato omissivo. Per questo dunque promuoviamo una azione di massa di attivazione e animazione del diritto, delle procedure, denunciando i magistrati di sorveglianza e gli uffici dei Gip. E' sicuro che l'immensa maggioranza dei magistrati di sorveglianza non rispetta la legge. Ci sarà un motivo? Cause di forza maggiore? Vedremo", ha detto Pannella.
I dossier su giustizia e carceri
L' appello è anche agli avvocati, perchè offrano la loro collaborazione, aderendo alle iniziative e annunciando il proprio impegno scrivendo a info@radicali.it
La prossima settimana sarà inviata al Comitato di Ministri del Consiglio d'Europa una documentazione per partecipare al procedimento aperto presso il Comitato dei ministri nei confronti dell'Italia, sulla base di due dossier predisposti dall'avvocato Deborah Cianfanelli, della Direzione di Radicali italiani, rispettivamente sulla giustizia nel nostro paese e sulla situazione delle carceri.
Tutto questo perchè la riforma della giustizia italiana e la sua appendice carceraria non rimangano un tabù nel nostro Paese, come finora è accaduto nonostante la straordinarie mobilitazioni dei giorni scorsi, del mondo accademico, con la lettera del professor Pugiotto al Presidente della Repubblica e la sua risposta elusiva, e nonostante l'adesione di oltre 30.000 tra detenuti, loro familiari e intero mondo penitenziario, all'iniziativa nonviolenta del 18-21 luglio scorso.
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