Pannella in sciopero della fame: «Ristabilire la legalità in Italia»
“ Dove il potere nega, in forme palesi, ma anche con mezzi occulti, la vera libertà, spuntano ogni tanto uomini ispirati come Andrei Sacharov e Marco Pannella, che seguono la posizione spirituale più difficile che una vittima possa assumere di fronte al suo oppressore: il rifiuto passivo. Soli e inermi, essi parlano anche per noi ”
Eugenio Montale, Corriere della sera - 1974
Sostieni l'iniziativa di Marco,
aderisci allo sciopero della fame!
Leggi gli stralci dell'ultima conversazione su Notizie Radicali
Dal 20 aprile Marco Pannella è in sciopero della fame perchè l'Italia «torni a potere in qualche misura essere considerata una democrazia». Molti sono i temi sui quali Pannella è tornato durante la sua conversazione settimanale, in quella straordinaria del 29 aprile, nei suoi comunicati e nei messaggi agli amici di facebook. In questa pagina si coagulano i pensieri espressi dall'inizio dello sciopero ad oggi, perchè sia più chiaro a tutti quali motivi animano questa nuova iniziativa nonviolenta.
Questa volta Pannella, annunciando il suo sciopero ha contestualmente lanciato un messaggio al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Il Presidente Napolitano conosce la storia radicale. Onore, gratitudine, per come occupa se stesso e il suo tempo in modo straordinario, civilmente. Ma aggiungo: Presidente, io non pongo un obiettivo alla mia iniziativa nonviolenta. La accompagno con una pubblica, ufficiale, espressione di auspicio, che le rivolgo. L'auspicio è che lei riesca a conoscere la lotta per la democrazia, per lo Stato, che ri-conosca coloro che sanno dargli corpo, di governo. Noi.»
I temi trattati:
Lassini: ormai è candidato ad esprimere la pancia berlusconiana
"Ci hanno pensato tardi a chiedergli di uscire dalla lista, perché lo hanno fatto quando non era più tecnicamente possibile". E' il commento di Marco Pannella sulla candidatura di Roberto Lassini nelle liste del Pdl al Comune di Milano e sulle polemiche sui suoi manifesti elettorali.
risorse
Pannella ha spiegato che la posizione de “Il Giornale”, rappresentata dall'intervento del direttore Alessandro Sallusti, è "ineccepibile: questi manifesti rappresentano il ventre, la pancia berlusconiana. E allora lo si fa fuori da candidato, perché è lui, mentre va bene quando esprime quelle posizioni il Presidente del Consiglio…Sallusti poi è certamente un anti-montanelliano, butta carte e intonazioni che appartengono alla caricatura del fascismo. Ma Sallusti in fondo dice una verità: Lassini interpreta una parte dei sentimenti di quel popolo, e “Libero” e “Il Giornale” hanno quella funzione", ha concluso Pannella.
Referendum traditi? Poco credibili gli ululati di oggi
"Leggi che tradiscono i referendum? E dove sta la notizia? Nella nostra esperienza parlamentare degli anni Settanta abbiamo visto tentativi smaccati di cancellare i referendum, in cui il centrosinistra e il Presidente della Repubblica facevano di tutto per far fuori i nostri quesiti. Oggi dunque questi ululati sul fatto che il governo Berlusconi fa una delle cose che gli altri hanno fatto sempre mi fanno sorridere. Forse vale la pena di ricordare che il PCI, dal 1972 al 1974 il partito - di fronte ad una DC che era marmellata - che cercava di abolire o superare la legge Fortuna per non fare quel referendum sul divorzio che poi vincemmo"
Referendum: Berlusconi scolaro zelante della partitocrazia
"Il tentativo di far fuori - se non i referendum, l'esito dei referendum - prova quel che diciamo da tempo: che Berlusconi e il suo governo è uno scolaro zelante, e anche un po' disperato, dei suoi predecessori, e della partitocrazia".
Lo ha detto Marco Pannella, intervenendo a “Radio Radicale”. "Come ricorda qualche quotidiano, la storia dei tradimenti referendari inizia nel 1972, e oggi la partitocrazia prosegue nella sua tradizione: per impedire i referendum, non potendo adulterali, si chiedono elezioni. Si chiede lo scioglimento delle Camere e si chiedono elezioni, truccatissime, antidemocratiche, con violazioni delle leggi dello Stato", ha spiegato Pannella.
"In realtà in un Paese civile i referendum dovrebbero essere rinviati perché da 25 giorni avrebbe dovuto iniziare una campagna di informazione tv sul merito dei quesiti, che non c'è. Cosa fa l'Autorità Garante? Cosa fa la Commissione di Vigilanza Rai?".
Mio sciopero della fame anche per i morti del Mediterraneo
"Una opposizione che faccia il suo mestiere, che sia pro-rivolta o contro la rivolta in Libia, pro-intervento armato o contro l'intervento armato, dovrebbe porsi il problema delle migliaia di morti che fanno oggi del Mediterraneo un cimitero", dice Pannella, tornando a spiegare le ragioni dello sciopero della fame che sta conducendo dallo scorso martedì. "Berlusconi non è che avesse a sua disposizione particolari strumenti culturali, andava dai dittatori e gli diceva che tutti lo amavano, come è successo a Lukashenko, Io voglio sapere perchè sappiamo di tragedie solo se arrivano dei cadaveri sulle spiagge. E molto spesso le correnti non portano i cadaveri sulle spiagge. A nessuno interessa? Perchè nessuno pensa di usare i sofisticatissimi satelliti che tutto il mondo occidentale possiede per monitorare il mare, pieno di carrette e di disperati?", ha detto Pannella. "Oggi il problema è quello che chiamo della democrazia reale".Il problema è che "oggi anche gli eredi del PCI sono in qualche modo responsabili della "degenerazione del regime italiano": "Senza accanimento di sorta dico che il post-PCI ha continuato ad essere una causa, una componente, della degenerazione anti-democratica di questo sessantennio. E il problema rimane quanto tutta la ricerca storica, il costituzionalismo italiano, liquidato il conto con i costituzionalisti laici, con coloro che avevano proposto una lettura diversa dello sviluppo culturale e politico del mondo anglosassone piuttosto che di quello europeo, sia stato in grado di rispondere alla domanda che pongo. Pannella è tornato ad esprimere "non un obiettivo ma un auspicio, che sia possibile almeno al Presidente della Repubblica italiana conoscere un po' di più la storia, e quel che facciamo".
La "faccia feroce" di compar Massimo D'Alema
Come sempre e persino più che mai il Presidente del Copasir Massimo D'Alema torna a recitare la sua scena del mostrare la "faccia feroce" contro quello che denuncia come il massimo pericolo attuale, quello di una Presidenza della Repubblica di un Berlusconi invece ormai defenestrando - com'è - dai suoi, da quanti cioè sono ansiosamente mobilitati a tentare di salvarsi e di salvare - così - con una "nuova" leadership l'ormai, assolutamente infame, Regime partitocratico. C'è da chiedersi se D'Alema possa immaginare che questa recita possa riuscire a raggiungere perfino i suoi compagni da continuare a ingannare e tradire. Si inventa insomma come pericolo più pressante quello di un Berlusconi che si incoroni (ma come: assassinando Napolitano? :-) ) Presidente della Repubblica.
Per il Regime l'urgenza è ormai chiaramente quella di sostituire il Presidente del Consiglio, ma proprio per riconquistare al regime partitocratico una probabilità di rilancio e di prosecuzione, perfezionando la convergenza dei suoi tre assi portanti: quello dell'attuale maggioranza, quello dell'attuale "opposizione", quello del fattore Vat (...icano) e l'affare sarebbe compiuto!
Poche chiacchiere: l'imperativo è di nuovo quello di eliminare, comunque, rinviando o ipotecandone violentemente i risultati, i referendum. Si dica chiaro e tondo che questa è vera e propria Consuetudine, tradizione partitocratica affermata sinora perfino con cinque scioglimenti anticipati di legislature con immediato rinvio di referendum già convocati ed altri tre con lo stesso sostanziale risultato.
Non manca all'appuntamento lo storico concorrente-convergente Veltrusconi, con le sue "diverse" solfe di sacra unione nazionale... E il Partito Democratico? Solo gli esiti delle battaglie politico-elettorali in corso, in primo luogo a Milano e a Napoli, potranno contribuire a farla finita con questa indegna, tragicomica situazione istituzionale, sociale, morale, economica e politica della... Repubblica.
Draghi: nominarlo alla BCE vuol dire privarsi dell'unica autorevolezza in Italia
"La nomina di Draghi al vertice della BCE "è il modo di liberarsi dell'unica autorevolezza presente in Italia, temibile per il suo rigore e le sue capacità di modo che Tremonti resti il padrone assoluto per un governo con Lega e sinistre varie. Personalmente mi auguro che la promozione eventuale di Draghi in Europa non ci sia".
Lo ha detto Marco Pannella, nel corso di una intervista in diretta a “Radio Radicale”. "Dopo Berlusconi è già pronto Tremonti, libero da Draghi", ha detto Pannella, che poi ha chiesto: "chi metteranno al posto di Draghi? Perché nessuno, neppure a sinistra, pone questa domanda? Perché ci si libera di Draghi per occupare quest'ultimo luogo di autorevolissima funzione istituzionale italiana di Governatore della Banca d'Italia".
Per salvare il regime, per solidificarlo, si fa persino l'operazione di mandare via Draghi, lasciando soli Formigoni e Tremonti, con l'illusione di fare un governo solidissimo. E naturalmente l'ambiente cosiddetto democratico della sinistra è quello che in realtà può salvare la partitocrazia, la continuità di Berlusconi con i suoi predecessori. Poi vengono fuori i sondaggi in cui sembra che possano vincere, e chiedono le elezioni".
La conversazione straordinaria di Marco Pannella - 29/04/2011
Attachment | Size |
---|---|
modulo per raccolta adesioni in carcere iniziativa nonviolenta di Marco Pannella.pdf | 273.7 KB |
- Login to post comments
SU
Nota sui commenti: i commenti lasciati dagli utenti del sito non vengono ne' censurati ne' verificati in base al contenuto. I commenti con link non vengono pubblicati. Per i commenti si utilizza la piattaforma Diqsus che memorizza sui suoi server tutti i dati degli utenti, compreso l'indirizzo IP in caso di eventuali segnalazioni per abusi o violazioni di legge. Tutti possono lasciare commenti, quindi non c'e' alcuna verifica sull'appartenenza degli utenti al partito o al movimento Radicale.