Zamparutti e Bolognetti: No ai nuovi pozzi Eni nel territorio di Viggiano

Basilicata Valdagri
Zamparutti e Bolognetti: No ai nuovi pozzi Eni nel territorio di Viggiano.
 
"E’ possibile trivellare in una zona a forte rischio idrogeologico, in prossimità di centri abitati, a ridosso di un parco nazionale?! Evidentemente, in Basilicata è possibile. Dopo il no alle trivelle  Eni a ridosso dell’ospedale di Villa D’Agri, ribadiamo la nostra assoluta contrarietà all’apertura di nuovi pozzi in un territorio già pesantemente martoriato dalle attività estrattive e dalla presenza fortemente impattante del Centro Oli di Viggiano. Se l’Eni deciderà di non recedere dal suo intento, noi saremo al fianco dei cittadini di Viggiano e del dottor Mele. La Val d’Agri non ha bisogno di nuovi pozzi, ma di seri monitoraggi ambientali e studi epidemiologici. Per quanto difficile, occorrerebbe in Basilicata un impegno comune per ottenere una moratoria delle attività estrattive"
Dichiarazione di Elisabetta Zamparutti(Commissione Ambiente Camera dei Deputati) e Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Interrogazione a prima firma Elisabetta Zamparutti
 
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Salute
 
Premesso che:
 
secondo quanto riporta il Quotidiano della Basilicata del 16 novembre 2010, due nuovi pozzi Eni, siglati ME6 e ME7 sono previsti nel territorio del comune di Viggiano. La location è Piano del Lepre, praticamente a pochi passi dal centro abitato, a circa 300 metri dall'ostello Teothokos e dalle villette del Tetto Lucano. Il provvedimento di concessione di coltivazione da parte della giunta regionale è del 21 settembre scorso, ai numeri 1544 e 1545, contenuti nel Bollettino Ufficiale Regionale del 1 ottobre2010;
 
«La situazione è più grave di quello che potevamo pensare» denuncia Laboratorio per Viaggiano, l'associazione politico-culturale di promozione sociale «soltanto un mese fa - si legge sul sito dell'associazione - è stato deciso di "spostare" il pozzo Alli2 dal vicino ospedale di Villa d'Agri e ora l'Eni pensa di aprire i due pozzi a Viggiano, sulla Piana del Lepre, a pochi passi dall'abitato»;
 
l'invito «a darci una mano in questa che sarà una delle più cruente battaglie che i liberi cittadini di Viggiano e della Valle, ambientalisti e non, per interrompere questa farsa» è rivolto a tutti. Secondo Laboratorio per Viggiano «è necessaria ed obbligatoria una immediata moratoria alle concessioni di coltivazione, esplorazione e quant'altro. Una moratoria che va approvata subito». L'ulteriore appello è rivolto poi «a tutti i politici, locali e regionali; ed a tutti coloro – spiega l'associazione - che ritengono che la salvaguardia della salute nostra e di quella dei nostri figli viene prima di tutto»;
 
una decisione che nei prossimi giorni potrebbe scaturire in «azioni che riterremo necessarie attuare per "bloccare" questo ennesimo "scippo" alla salute dei cittadini ed all'ambiente, a partire da una pubblica assemblea, dove - insieme - prenderemo una decisione; poiché così non si può andare più avanti. È il tempo delle scelte chiare, è il tempo delle decisioni difficili. Come Consiglio Comunale ci stiamo sforzando (con somme importanti investite nel monitoraggio dell'ambiente e della salute) di acquisire notizie che ci daranno informazioni utili per capire cosa ci sta veramente portando il petrolio; e dalla Regione invece vengono segnali di fumo contrastanti!». «Bene, questa volta - lancia il messaggio Laboratorio per Viaggiano - non ci faremo abbindolare da nessuno! Faremo tutti i passaggi che dovremo fare per chiarire definitivamente quali sono le reali aspettative dei cittadini e del territorio».
 
Considerato che:
 
in una comunicazione del 12 novembre 2010 Giambattista Mele, Presidente della Commissione Comunale Vis, informava la Commissione Comunale V.I.S. di Viggiano della concessione da parte della Giunta Regionale di Basilicata (di cui sopra) definendola “una decisione assurda, incomprensibile ed anacronistica” rispetto agli “sforzi economici importanti (del Consiglio di Viggiano) per studiare gli effetti delle estrazioni sulla salute dei cittadini”;
 
spiega Gianbattista Mele: “È una decisione intollerabile e nello stesso tempo provocatoria per due motivi soprattutto: primo perché sull’area insiste un dissesto idrogeologico e dunque vi è l’impossibilità di costruire questi pozzi; in secondo luogo perché nell’ultimo mese ci siamo dedicati allo studio del Bando regionale intitolato “Monitoraggio ambientale della Val d’Agri” formulato per la prima volta nel 2002, riproposto nel 2004 e poi nel 2006 e nel 2008 […] ed infine messo a gara alla fine del 2009. Nel mese di marzo del 2010 la gara d’appalto è stata vinta dalla società SMA srl che si è giudicata l’appalto per una quota vicina ai 5 milioni di euro”. “Innanzitutto, […] questo monitoraggio non è della Val d’Agri ma riguarda tutta la Regione; per quello che riguarda più da vicino noi, ebbene si tratta di posizionare una stazione chiamata SONDAR nel territorio comunale adiacente al Centro Olio; una stazione costosissima che non farà mai nessun monitoraggio dell’aria o di altro, ma si fermerà alla valutazione delle condizioni meteorologiche; aggiunto che per funzionare adeguatamente dovrebbe essere collegata e supportata da una vera e propria stazione meteorologica! A cosa ci serve conoscere la direzione dei venti, quando l’Arpab e tutti coloro che vogliono andare sul loro sito possono conoscerne i valori e le direzioni? Sono notizie alla portata di tutti già da qualche anno!! Non era questo che serviva alla gente della Basilicata, dico di tutta la regione perché ormai di siti inquinati ve ne sono a sufficienza e quindi è obbligatorio per chiunque effettuare il monitoraggio delle matrici ambientali!”;
 
prosegue Mele: “…sul progetto Ambiente e Salute della Regione Basilicata che prevede l’utilizzo di medici di base dell’area estrattiva (62 medici per 31 comuni interessati), […] occorre ribadire che tale progetto risalente al 18 novembre 2009 fu proposto dalla Regione sulla scorta del fatto che il Consiglio Comunale di Viggiano aveva, il 30 settembre 2009 e quindi anticipando le decisioni della Regione, previsto ed organizzato un proprio progetto di monitoraggio e dunque per non "rimanere indietro" organizzò – frettolosamente – tale programma che prevede che ai cittadini verrà consegnata una tessera magnetica con un microchip sulla quale saranno inseriti i dati delle loro malattie e dei sintomi importanti che accuseranno nei prossimi 5 anni. Tali dati saranno elaborati per questi 5 anni per capire se vi sono o meno effetti sulla salute da parte delle estrazioni petrolifere. Il come e il quando ciò sarà realizzato non ci è dato sapere. Costo dell’operazione: 2.500.000,00 euro. […] Non esiste nessun altro progetto che si occupi di monitoraggio ambientale”;
 
“Conclusioni: queste sono le prove provate che non vi è nessuna intenzione da parte delle istituzioni regionali ad effettuare un monitoraggio ambientale che si possa definire tale”;
 
la comunicazione si conclude con un appello al Consiglio Comunale affinché vengano convocate al più presto tutte le istituzioni interessate (Regione, Provincia, sindaci, Arpab, Agrobios) per fare chiarezza sulla situazione e calendarizzare gli impegni per la definizione di un Piano di Monitoraggio di aria, suolo e acqua efficace ed efficiente.
 
Si chiede di sapere:
 
se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti di cui in premessa e quale posizione intendano assumere in merito;
 
se non ritengano opportuno sostenere la definizione di un Piano che preveda un’azione efficace di monitoraggio dell’aria, del suolo e dell’acqua al fine di tutelare la salute pubblica e l’ambiente.
 
On. Elisabetta Zamparutti
 
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