Università, De Lucia: la partitocrazia ha impedito agli studenti di mettere la “Riforma” Gelmini a confronto con le proposte liberali, enaudiane, dei radicali. I giovani oggi manifestano a fianco di chi li ha privati del futuro.

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C’è qualcosa che proprio non funziona in questa Italia partitocratica. Maria Stella Gelmini, ha presentato un ddl che ha il grande limite di essere troppo timido e che non mette in discussione i veri tabù dell’istruzione, a cominciare dal potere dei baroni (vero, trasversalissimo ordine professionale occulto e anti-giovani). Per non parlare dell’abolizione del valore legale del titolo di studio, di cui nessuno parla: quella sarebbe una rivoluzione, una rivoluzione che avrebbe il valore aggiunto di portarsi dietro la messa in discussione del sistema degli ordini professionali, veri nemici dei giovani, corporazioni che limitano la concorrenza e impediscono la crescita del Paese.

 
Sarebbe interessante sapere, a questo punto, quanti degli studenti che oggi manifestano nelle città di tutta Italia - e che sabato scorso hanno manifestato con la Cgil, ovvero con il sindacato che più di tutti, contro i giovani, ha impedito le riforme del welfare e delle pensioni, e avallato la truffa dei contributi silenti - abbiano letto e discusso la “riforma” Gelmini. Di certo, nessuno di loro – e non per “colpa” loro, ma per scelta, dolosa, degli “ordini” dei professori, dei sindacalisti, dei giornalisti e dei partitocrati – l’ha potuta confrontare con gli emendamenti presentati dal deputato radicale Marco Beltrandi e dalla dirigente radicale Giulia Simi.
 
Impedire, innanzitutto ai giovani, di conoscere e di riconoscere il merito, vuol dire lasciare intatti i privilegi degli ipocriti, nuovi “cattivi maestri” che oggi li strumentalizzano.
Dichiarazione di Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali italiani

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