Trasparenza: Da Ufficio Presidenza della Camera ok ad anagrafe: saranno online i patrimoni e le attività dei Deputati.

Piazza Montecitorio

Roma, 20 settembre 2010

L’anagrafe patrimoniale dei deputati sta per diventare realtà. L’Ufficio di Presidenza ha infatti deliberato la pubblicazione on line, previa liberatoria, dei dati patrimoniali dei deputati che lo vorranno.
Più di un anno fa, i deputati Radicali erano riusciti a far approvare dalla Camera un ordine del giorno che impegna il Collegio dei questori a rendere fruibili sul sito internet della Camera tutte le informazioni relative all'attività istituzionali e alla condizione economica e patrimoniale dei deputati. I Questori avevano però negato per non meglio precisati motivi di privacy la pubblicazione online. La radicale Rita Bernardini anziché arrendersi, insieme ai colleghi Giachetti e Della Vedova, aveva chiesto ai deputati di superare l’obiezione firmando una liberatoria. All’appello hanno risposto 72 deputati di tutti i gruppi che hanno subito visto schierato dalla loro parte il Presidente della Camera Gianfranco Fini.
Dichiarazione di Rita Bernardini, deputata Radicale e Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani:
“E’ una prima vittoria per riformare la politica e restituire agli italiani la possibilità di conoscere i propri rappresentanti per quello che fanno, dentro e fuori dal Palazzo. Battere la casta, superarla, si può, basta volerlo. Abbiamo iniziato rendendo pubblici dopo sessant’anni di segreti gli elenchi di consulenti e fornitori della Camera, denunciando i veri e propri malaffari, specie immobiliari, che si sono ripetuti per decenni, con la complicità di partiti di ogni colore. Gli stessi che hanno tradito il popolo italiano con la truffa dei rimborsi elettorali dopo che un referendum aveva cancellato il finanziamento pubblico dei partiti.”
Inizia oggi a Montecitorio la discussione del Conto consuntivo dell’anno precedente e il progetto di bilancio interno della Camera dei deputati. La delegazione radicale ha depositato un emendamento e numerosi ordini del giorno per “riformare” un’Amministrazione che per un sessantennio ha negato agli stessi deputati che si sono succeduti nelle sedici legislature il diritto di conoscere i tanti segreti dell’istituzione di cui erano – e sono per quella in corso – membri."


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