Trasmissione del Parlamento europeo "EU Hostel": Ma basta con un’Europa solo inglese!

Troppo inglese in Europa

 “La trasmissione del Parlamento europeo EU Hostel è una rappresentazione chiara di come, contro ogni principio democratico, s’imponga ai giovani la colonizzazione anglofona, con la conseguente distruzione del patrimonio linguistico degli altri Stati membri: spagnoli come fossero apache, italiani come chejenne, ungheresi come cherokee, polacchi come sioux”.
Lo dichiara Giorgio Pagano, Segretario dell’Associazione Radicale Esperanto. “La web serie, che si propone di trasmettere ai giovani il senso delle istituzioni europee e di rappresentare l’Europa Unita, lo fa con episodi in lingua inglese, e nemmeno sottotitolati. Sempre più il cammino di unificazione europea, alla luce di quanto accade, prosegue verso la marginalizzazione delle lingue e dei popoli del continente, sottoposti alla continua imposizione di un imperialismo linguistico che corrisponde sempre più alla negazione dei valori democratici su cui si è costituita l’Europa e all’innesto di un Ue come appendice del Commonwealth britannico”, prosegue Pagano.
“Lo stesso collaborazionismo dei nostri governanti, che favoriscono l’inglese nelle università a scapito dell’italiano, che imbrogliano gl’italiani utilizzando “inglese” come sinonimo di “lingua straniera”, che ne rendono obbligatorio il livello B2 per insegnare in Italia, lo ritroviamo in EU Hostel, creata appunto da italiani che non riuscendo a innovare nei valori della democrazia linguistica si limitano a rappresentare una realtà sempre più deteriore. Se la stessa serie fosse stata in Esperanto, forse avrebbe circolato meno nella rete a causa degli ostacoli che le consorterie linguistiche frappongono alla Lingua Internazionale, ma avrebbe trasmesso ai giovani un’idea di Europa nuova, semplice e chiara, con pari opportunità per tutti e non, invece, rappresentativa di un potere ancora radicato nel Dopoguerra, in cui conviene “fa’ l’americano” anche se “nati in Italy”, conclude il Segretario dell’ERA.

 

Dichiarazione Giorgio Pagano - Radicali/ERA

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