Regione Lazio, piano sanità. Consiglieri radicali: il piano di rientro della Polverini lascia irrisolti tutti i problemi

Tessera Sanitaria

Dichiarazione dei Consiglieri radicali Giuseppe Rossodivita e Rocco Berardo

Il piano di rientro presentato oggi dalla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini non risolve carenze strutturali in ambito sanitario che la nostra Regione si porta dietro da anni.

Anzitutto lo squilibrio tra l’offerta ospedaliera e quella di altri servizi sanitari quali, day hospital, ambulatori e presidi di primo soccorso, assistenza domiciliare e residenze sanitarie assistite.
Si aggrava la concentrazione dell’offerta nella città di Roma, lasciando sguarnite molte aree della Regione soprattutto in termini di efficacia e adeguatezza dell’assistenza sanitaria.
Nulla  è previsto inoltre, per la rinegoziazione e partecipazione dei Policlinici universitari al sistema sanitario regionale. Le esigenze didattiche e di ricerca delle Università non possono essere scaricate a piè di lista, sulla Regione che non ha alcuna competenza sul numero e  sulla scelta del personale universitario.
Il piano di rientro presentato dalla Polverini, si basa su una logica di tagli lineari, quando invece si doveva intervenire sulla programmazione della spesa ospedaliera, così da adeguare l’offerta agli effettivi bisogni dei cittadini.
E se la chiusura dei piccoli ospedali  è fondata su criteri di risparmio e di razionalizzazione  dell’offerta sanitaria, ciò doveva valere anche per la miriade di piccole cliniche private, proliferate  grazie ad un sistema di accreditamenti  spesso opaco  e funzionale agli interessi delle lobby  e non più finanziariamente sostenibile. Anche gli accreditamenti devono rigorosamente coincidere con l’effettiva domanda  del territorio.
Questo piano quindi ,lascia irrisolti i nodi cruciali della sanità laziale, non incide sulla qualità della spesa sanitaria oggi tarata sulla copertura dei costi delle strutture esistenti anziché commisurata ai reali bisogni di salute dei cittadini che vanno invece, riportati al centro delle scelte e della programmazione sanitaria.

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