Inceneritore Fenice/EDF: torniamo a chiedere verità a trasparenza su Fenice.
Seguire dal vivo il Consiglio regionale riserva sempre delle gradevoli sorprese.
Martedì 16 novembre, il Consiglio regionale della Basilicata dedica la prima parte della seduta agli atti di sindacato ispettivo(interrogazioni, interpellanze). Prende la parola il Consigliere Ernesto Navazio di “Io Amo la Lucania”. Navazio, ex socialista, poi esponente del PDL, nominato Commissario del Consorzio Asi di Potenza dalla maggioranza di centro sinistra quando era ancora esponente del PDL e già sindaco di Melfi, interviene in qualità di presentatore di un’interrogazione sulla vicenda Fenice. L’interrogazione ha per oggetto “la perdita di chance” subita dagli agricoltori del vulture, derivante dalla difficile convivenza con l’inceneritore dell’EDF, che da tempo inquina aria, terra e suolo. Dopo un breve botta e risposta con il Presidente Vito De Filippo, prende la parola il vice presidente della Giunta, nonché assessore all’Ambiente, Agatino Mancusi(UDC). La vicenda precipita rapidamente dalla farsa al tragicomico.
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Mancusi fa una cronistoria dei rapporti tra regione ed Edf; chiarisce il ruolo dell’Arpab in materia di monitoraggi e ad un certo punto afferma:
“Il 27.1.2004, il gruppo di lavoro si è recato presso l’impianto di termodistruzione Fenice di San Nicola di Melfi, dove ha incontrato i responsabili al fine di discutere ed approfondire tutti i punti oggetto di reciproca contestazione.I risultati di tale incontro sono stati riportati nella relazione notificata al rappresentante della società Fenice S.p.A. in data 31.3.2004. Dalle verifiche effettuate dal gruppo di lavoro, e da quanto riportato nella suddetta relazione, tra l’altro venivano evidenziati i seguenti punti oggetto dell’interrogazione di che trattasi: la rete di monitoraggio risultava essere realizzata; per lo studio sullo stato di salute delle popolazioni del melfese, dal verbale Fenice dichiarava di essere in attesa di una proposta del Dipartimento Sicurezza e Solidarietà sociale della Regione Basilicata; a tal proposito non si è a conoscenza di eventuali sviluppi…”
L’ottimo assessore chiude l’intervento affermando:“I risultati delle analisi del monitoraggio ambientale di ARPAB non vengono trasmessi con cadenza regolare.”
Che l’Arpab non abbia comunicato con cadenza regolare alla Regione le analisi effettuate sulle matrici ambientali dell’area in cui è ubicato l’inceneritore, è cosa che sapevamo e che abbiamo più volte denunciato.
Stupisce, però, e non poco, che l’assessore all’ambiente della regione affermi che in materia di sorveglianza sanitaria l’Edf attenda dal 2004 una proposta da parte del dipartimento Sicurezza e solidarietà sociale della Regione Basilicata!!!
Non so se l’assessore si sia reso conto dell’enormità della sua affermazione e, a dire il vero, al momento non ho registrato nessuna reazione né da parte dell’attuale assessore alla sanità Martorano(già presidente di Confindustria Basilicata), né da parte dei consiglieri presenti, incluso il consigliere Navazio.
Ma forse l’intervento di Mancusi voleva sottolineare un qualcosa proprio all’ex Commissario Asi, che per sei anni è stato sindaco della città federiciana e che a memoria non è mai intervenuto sulle mancate risposte del dipartimento Sicurezza e solidarietà sociale in materia di sorveglianza sanitaria.
Insomma, l’intervento di Mancusi si potrebbe tradurre così: “Uagliò, ma tu dov’eri? Vedi di non alzare troppo la cresta, che se la merda finisce nel ventilatore sono guai.”
Ai cittadini del vulture, che si dicono preoccupati per l’aumento delle malattie tumorali nell’area, dico di non preoccuparsi. Come si può vedere c’è chi vigila attentamente affinché nulla cambi.
Ancora una volta e una volta ancora torniamo a chiedere alla silente Procura di Melfi: Che fine ha fatto il procedimento N°527/09?
I dati Arpab del luglio 2010 confermano che è ancora in atto un inquinamento dell’area Fenice con presenza in acqua di Voc(Composti organici volatili) e metalli pesanti.
Nella provincia pavese, poche ore fa, è stato sequestrato l’inceneritore della Riso Scotti energia. La magistratura ha emanato 7 ordinanze di custodia cautelare con l’accusa di traffico illecito di rifiuti.
In Basilicata, come più volte denunciato, il procuratore Arminio nel settembre 2009 dichiarò di non aver disposto il sequestro dell’inceneritore e del forno rotante in quanto “persona responsabile”.
Intanto, i veleni di Fenice continuano ad accumularsi e ad inquinare. Cosa deve succedere in Basilicata e nel vulture per avere una risposta da chi deve o meglio dovrebbe vigilare sul rispetto delle regole e delle leggi?
La vicenda Scotti fa emergere anche un'altra questione: in Italia il DLG 387/2003 ha equiparato il CDR al Cippato. Questo consente di fatto a sedicenti centrali a biomassa di trasformarsi in inceneritori.
Tanto per essere chiari, le 5 centrali a biomassa autorizzate in Lucania per complessivi 85 Megawatt, per poter funzionare avrebbero bisogno di oltre 1 milione di biomasse. Visti i quantitativi è più che probabile che queste centrali finiscano per bruciare CDR.
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