Pannella, Perduca e Mecacci partiti stamane per la Mauritania. I militanti antischiavisti domani a processo a Nouakchott

Biram e Pannella

Marco Pannella è partito stamane alla volta di Nouakchott, capitale della Mauritania, dove arriverà in serata. Lo accompagnano i parlamentari Radicali Marco Perduca, segretario della Commissione speciale Diritti umani del Parlamento italiano, e Matteo Mecacci, membro della Commissione Esteri della Camera e Relatore della Commissione Diritti umani dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE.

La delegazione del Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e transpartito, si è recata in Mauritania per presenziare al processo che si aprirà domani a carico di Biram Dah Abeid, leader del movimento antischiavista in Mauritania e dirigente del Partito Radicale. Con Biram sono sottoposti a processo numerosi altri militanti dell’IRA (Initiative de Résurgence Abolitionniste) il movimento anti-schiavista e per i diritti umani di cui lo stesso Biram è presidente.

I fatti risalgono a lunedì 13 dicembre, quando una manifestazione di protesta per denunciare la condizione di schiavitù di Salma Neina, due bambine di 11 e 14 anni prigioniere di un’alta dirigente di banca, è stata duramente repressa e dispersa dalla polizia. Numerosi manifestanti sono stati brutalmente picchiati, lo stesso Biram è stato seriamente ferito alla testa e alle gambe, e arrestato insieme a molti altri.

Nei giorni successivi, la polizia e le fonti ufficiali del regime mauritano hanno cercato di accreditare l’incredibile versione di  un’aggressione alla polizia da parte dei manifestanti, ai quali è andata la solidarietà di tutti i movimenti che in Europa e in Africa si battono per i diritti umani. Manifestazioni per il rilascio degli arrestati si sono svolte nei giorni scorsi a Parigi e a Stoccolma. I parlamentari Perduca e Mecacci hanno presentato un’interrogazione urgente al governo italiano, analoga iniziativa è stata assunta al Parlamento Europeo e in vari Parlamenti africani.

In Mauritania lo schiavismo è fuori legge da molti anni, ma continua a essere praticato illegalmente nella società, nelle campagne e nelle città, a opera di una parte della popolazione arabo-berbera ai danni degli africani neri, in particolare delle donne. Per quanto concerne la pena di morte, la Mauritania è un paese “abolizionista di fatto”, poiché mantiene questo barbaro istituto giuridico nelle sue leggi ma non lo applica ormai da molti anni (l’ultima esecuzione risale al 1987). Sono reati capitali l’alto tradimento, l’omicidio premeditato, la tortura. Nel 1980 è stata introdotta la legge islamica e la pena di morte è stata estesa all’apostasia, l’omosessualità e lo stupro.

Marco Pannella e i due parlamentari radicali hanno deciso di assistere di persona  al processo di Nouakchott  per verificare che siano pienamente tutelati i diritti degli imputati e che la verità non sia stravolta con la corruzione o la coartazione dei testimoni. Nei prossimi giorni il leader nonviolento radicale avrà incontri con le autorità locali e parteciperà alle varie manifestazioni in corso nel paese. La delegazione rientrerà a Roma venerdì 24 dicembre.

 

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