Lazio. Piano Sanitario della Polverini elimina non solo i posti letto, ma anche i pronto soccorso mettendo a repentaglio il diritto alla salute di centinaia di migliaia di persone

Sanità

Dichiarazione di Giuseppe Rossodivita, Capogruppo al Consiglio Regionale del Lazio della Lista Bonino- Pannella, Federalisti Europei


La Governatrice Polverini, che ha preferito dare il piano di riordino della Sanità prima ai giornalisti che al Consiglio Regionale, continua a fare propaganda ed a privilegiare quelle parole d’ordine che possono fuorviare gli ignari cittadini. Con il piano di riordino della sanità, difatti, non verranno eliminati solo i posti letto, ma anche molti pronto soccorso. In questi giorni la Polverini ha detto, anche attraverso il sub commissario alla Sanità Morlacco, che la salute dei cittadini delle province verrà salvaguardata attraverso il mantenimento di punti di primo soccorso. Il fatto è che questi punti di “primo soccorso”, o in termini tecnicamente più corretti “punti di primo intervento” non hanno nulla a che vedere con i punti di “pronto soccorso” . In questi punti di primo intervento, difatti, i sanitari potranno fare ben poco per le urgenze se non chiamare il 118. Non è un caso che molti medici li ritengano persino dannosi per la salute dei cittadini che recandosi presso i punti di primo intervento anziché chiamare direttamente il 118, spesso finiscono per perdere minuti preziosi e determinanti per salvare delle vite umane.

Con questi tagli alla sanità pubblica, concentrati nelle province e nella provincia di Roma – mentre a Roma alla sanità privata per lo più legata ad ambienti cattolici gli utili continueranno ad essere garantiti dai quattrini pubblici – la Polverini mina seriamente quel minimo di diritto alla salute garantito dall’art. 32 della Costituzione. Per una moltitudine di persone residenti nelle province e nella provincia di Roma - basti pensare alla chiusura dell’ospedale e del Pronto Soccorso di Monterotondo – il rimanere in vita o il morire in caso di gravi incidenti, sarà, di fatto, rimesso alla buona o alla cattiva sorte.

Questo accade nel 2010 nella Regione Lazio governata da chi aveva spergiurato in campagna elettorale che non avrebbe tagliato neppure un posto letto. Per questo studieremo tutte le possibili azioni legali per impugnare davanti al TAR questo piano totalmente privo di logica.

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