Nessuno tocchi Caino esprime viva preoccupazione per l’attacco condotto il 7 gennaio contro gli esuli iraniani residenti a Camp Ashraf, in Iraq, da parte di agenti del regime iraniano e del ‘Comitato per la liquidazione di Ashraf’ presso il primo ministro iracheno. I lanci di pietre, bombe molotov e oggetti acuminati hanno ferito 175 residenti, fra i quali 83donne. Questo è accaduto nonostante i rifugiati – circa 3.400 – siano ‘persone protette’ ai sensi della IV Convenzione di Ginevra.
Già da mesi Ashraf è in pratica sotto assedio, con severe restrizioni mediche (che hanno condotto alla morte di alcuni pazienti) e una grave forma di tortura psicologica, mediante l’uso continuo di 140 altoparlanti disposti lungo il campo dai quali emissari del regime di Teheran minacciano i residenti di morte.
Nei giorni scorsi la Corte Nazionale Spagnola, sulla base del principio vigente in Spagna di giurisdizione universale sui crimini contro l’umanità, aveva deciso di processare i responsabili dei sanguinosi attacchi contro Ashraf del luglio 2009, in cui undici residenti erano stati uccisi dalle forze irachene, nell’ambito di azioni concordate fra il regime iraniano e il governo iracheno del primo ministro Nouri-al-Maliki. Il ritorno in Iraq del leader estremista Moqtada al-Sadr, che ha il pieno sostegno del regime iraniano, rappresenta un’ulteriore minaccia per la sorte degli esuli.
Consapevole del rischio concreto di una catastrofe umanitaria, Nessuno tocchi Caino chiede al governo italiano di intervenire per sollecitare il governo iracheno al rispetto dei suoi obblighi internazionali di protezione dei rifugiati, evitando qualsiasi altro attacco e cessando le forme di tortura psicologica e di blocco contro Camp Ashraf. Chiede, inoltre, che si esiga dalle Nazioni Unite di disporre urgentemente nel campo una missione permanente di monitoraggio.
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