Dichiarazione di Rita Bernardini (deputata Radicale) e Giuseppe Rossodivita (Segretario del Comitato radicale per la giustizia "Piero Calamandrei")
Il pacchetto di disegni di legge radicali sulla Giustizia si integrerà nelle prossime ore con due proposte. Una per un’ampia amnistia e l’altra per rendere effettivo e concreto, con l’introduzione dell’istituto della prescrizione processuale - disegnato però in termini significativamente e sostanzialmente differenti da quelli previsti dal ddl della maggioranza denominato non a caso “processo breve” - il diritto ad un termine ragionevole del processo, individuando tempi standard dei procedimenti coerenti con le indicazioni fornite dalla Commissione per l'efficienza della giustizia del Consiglio d'Europa.
La delegazione radicale presso la Camera dei Deputati ha già depositato, in alcuni casi fin dall’apertura delle legislatura, disegni di legge che se approvati riformerebbero finalmente la Giustizia italiana oggi ridotta a livelli di inefficienza assolutamente intollerabili per un Paese civile: separazione delle carriere, responsabilità civile dei magistrati, revisione dell’obbligatorietà dell’azione penale, riforma del Csm e degli incarichi extragiudiziari. Tutte proposte già contenute nella Risoluzione radicale approvata dalla Camera nel gennaio del 2009, proposte però che non stanno vedendo nemmeno lontanamente la luce nel prosieguo della legislatura. Così come non sta maturando – anche in questo caso nonostante i documenti di indirizzo approvati in parlamento – alcun intervento significativo sulle carceri che rappresentano ogni giorno di più il terminale che dà corpo e forma all’inciviltà del nostro Paese.
Nel chiacchiericcio delle dichiarazioni quotidiane sul “processo breve”, ne sentiamo di tutti i colori sia fra i sostenitori, sia fra i detrattori. Quando si parla di amnistia mascherata, per esempio, nessuno ha il coraggio di dire che un’amnistia di classe, odiosa e incivile, è in atto da sempre ed è quella delle prescrizioni quotidiane di cui nessuno si assume la responsabilità. E’ un’amnistia “a caso” (due milioni di processi prescritti negli ultimi dieci anni) salvo per chi può permettersi studi di avvocati pagati salatamente per procurarla attraverso una sapiente melina processuale. Il "processo breve" moltiplicherebbe gli effetti deleteri dell'amnistia "di classe".
© 2010 Partito Radicale. Tutti i diritti riservati