Nell'incontro di oggi con il Premier Cinese Wen Jabao il Presidente del Consiglio italiano ha il dovere politico e istituzionale di sollevare la questione tibetana sostenendo quanto approvato dal Parlamento all'unanimità il 10 marzo 2009 e che non ha avuto seguito: chiedere alla Cina di garantire l'autonomia effettiva del Tibet all'interno della Cina come richiesto dal Dalai Lama e dalle autorità tibetane in esilio.
In quella mozione si chiede infatti al Governo di adoperarsi, sia in sede europea che in sede bilaterale, per evitare che la tragedia del popolo tibetano continui nell'indifferenza della comunita' internazionale, con la distruzione e la negazione di una cultura millenaria, oltre che con la sofferenza di milioni di tibetani.
Porre la questione tibetana, e della democratizzazione della Cina, significherebbe riaffermare una visione politica nella gestione dei rapporti con la Cina che ormai sembrano relegati a rapporti tra grandi comitati d'affari indifferenti alle sorti mi milioni di persone oppresse e umiliate.
Spero che Berlusconi ci pensi mentre discutera con Wen Jabao. La mozione a mia prima firma fu approvata all'unanimita' dalla Camera dei Deputati in occasione del 50o anniversario della rivolta del popolo tibetano il 10 marzo 2009
Dichiarazione di Matteo Mecacci, deputato e Presidente dell'Intergruppo Parlamentare per il Tibet
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