Caso Bigazzi, Pullia: Adesso si favorisca una corretta informazione alimentare e si faccia luce sugli orrori degli allevamenti intensivi

 La sospensione, tardiva quanto doverosa, da parte della Rai del conduttore televisivo Beppe Bigazzi, che più di una volta ha manifestato pubblicamente scarsa considerazione nei confronti degli animali (dai crostacei messi vivi nell’acqua bollente all’ultimo, deplorevole, episodio di vanteria a proposito di pietanze a base di gatti) deve indurci a riflettere sul ruolo, senz’altro importante, che possono e devono svolgere i massmedia a favore di un diverso rapporto con gli altri esseri senzienti fondato soprattutto sull’imprescindibile vincolo d’interdipendenza che lega l’uomo al mondo animale, vegetale, minerale.

 
E’ ora che gli organi d’informazione non solo si impegnino a fondo per porre fine a violenze, maltrattamenti (si pensi alle inaccettabili saghe e alle barbarie dei palii) e abbandoni ma forniscano un quadro preciso delle molteplici, disastrose conseguenze causate, sotto il versante ambientale, economico, salutistico, da un regime alimentare esclusivamente o prevalentemente carneo di cui gli allevamenti intensivi, con i loro orrori, costituiscono l’asse. Non si tratta di obbligare alla scelta vegetariana ma di indurre, questo sì, alla comprensione che anche la nostra tavola costituisce un’occasione per affermare nonviolenza e consapevolezza ecologica.

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