Cappato: la "prescrizione breve" aggraverebbe l'amnistia selvaggia

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Dichiarazione di Marco Cappato, del Comitato nazionale di Radicali italiani

 

Silvio Berlusconi è "sceso in campo" oltre 16 anni fa, dei quali oltre la metà passati come Presidente del Consiglio. Da allora, non si è vista alcuna delle riforme della giustizia più volte promesse, che fossero le sue o quelle del fedele alleato Bossi: niente separazione delle carriere, responsabilità civile dei magistrati, abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale. Gli esecutivi di Berlusconi hanno invece proseguito e ereditato il peggio della tradizione illiberale, corporativa e politicizzata della giustizia italiana, occupandosi solo di proteggere gli interessi personali di Berlusconi stesso e dei suoi protetti. Per due volte Berlusconi ha anche sabotato i referendum radicali di riforma della giustizia, truffando gli elettori nel raccontare loro che non c'era bisogno di andare a votare perché ci avrebbe pensato lui una volta al Governo. Per tutti questi motivi, pur ribadendo l'interesse dei Radicali a realizzare riforme come la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati, c'è da aspettarsi che l'unica promessa alla quale il Presidente del Consiglio è veramente intenzionato a dare seguito sia quella del cosiddetto "processo breve". Si tratta, in realtà, di una proposta che, non incidendo in alcun modo né su tipologie di reati da depenalizzare, né sul meccanismo dell'obbligatorietà dell'azione penale, potrà solo tradursi in una "prescrizione breve". Infatti, ridurre i tempi dei processi senza ridurre il carico dei 13 milioni di processi pendenti significa semplicemente aumentare il carico delle prescrizioni -già oltre 250.000 all'anno- e dunque aggravare l'impunità generalizzata in Italia, la vera e propria amnistia selvaggia che tutti, a partire dalla Lega e da Di Pietro, fingono di non vedere.

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