Cappato: chi dice falsità? Anche i firmatari intervistati da Repubblica? O Formigoni? Dimissioni!

Formigoni
Sul piano giudiziario della procedura elettorale falsata, ciò che emerge dalle telefonate di Repubblica ai firmatari delle liste "per la Lombardia" della coalizione Pdl-LEega è del tutto irrilevante. Le firme false, infatti, rimarrebbero false e invalide anche se fossero state raccolte da simpatizzanti consenzienti della suddetta coalizione. E il numero di falsi è sufficiente ad annullare le elezioni in Lombardia. Farlo ai danni di persone inconsapevoli e solo più grave sul piano del malcostume e, probabilmente, sul piano penale dei responsabili.

Sul piano politico, però, l'inchiesta di Repubblica squarcia il velo sulla gravità non solo dei fatti commessi, ma anche delle parole dello stesso Formigoni che -lo voglio ricordare- ci prima ci accusò di aver manomesso i moduli, e nei giorni scorsi di aver raccontato falsità. La domanda, che non riguarda dunque solo e soltanto giudici e avvocati, ma che interpella Formigoni e il ceto politico lomabrdo, continua ad essere questa: chi mente? Mentiamo noi Radicali e i non-firmatari interpellati da Repubblica, oppure mente il Governatore?

Negli Stati Uniti, e non solo, con bugie del genere ci si deve dimettere di corsa. Non mi rassegno a pensare che da noi sia impossibile, magari perché "così fan tutti". Anche perché, a meno di catalogare i Radicali sotto la voce "nessuno", così NON fanno tutti, nonostante il silenzio della sinistra lombarda potrebbe far pensare il contrario.

Dichiarazione di Marco Cappato, Radicali italiani, Lista Bonino-Pannella

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