L’11 novembre, con l’approvazione della Mozione generale e l’elezione degli organi dirigenti, si chiudeva a Chianciano il IX congresso di Radicali italiani. Nella Mozione si affermava la necessità di interrompere le vere e proprie torture che subiscono quotidianamente detenuti e agenti penitenziari. Il Congresso dava mandato agli organi dirigenti di convocare gli "Stati Generali delle carceri" per mobilitare tutti coloro che non sono disposti a tollerare quello che appare oggi come un consistente e allarmante nucleo di nuova Shoah.
Le carceri italiane, ahinoi, sono lo specchio di un paese in cui non vige lo Stato di Diritto. Le condizioni di vita di quella che abbiamo definito “Comunità penitenziaria” non sono degne di un paese civile. Quelle carceri, che il segretario regionale della Uil Penitenziari definisce l’ombelico del paese, assomigliano sempre più, da Nord a Sud, a gironi danteschi. Il leader Radicale Marco Pannella per oltre 52 giorni ha sostenuto uno sciopero della fame che aveva anche l’obiettivo di far crescere la sensibilità a sostegno di un’urgente riforma della giustizia italiana e del suo sistema carcerario. Un sistema carcerario che mantiene i detenuti in condizioni così inumane da essere considerate alla stregua di tortura dagli standard internazionali e dalle Corti dei diritti umani. Detenuti e agenti, agenti e detenuti come dannati che navigano su una barca che affonda nel disinteresse generale. Le carceri come un consistente e allarmante nucleo di nuova shoah. La Uil penitenziari di Basilicata ha avuto la forza e il coraggio di denunciare ancora una volta le condizioni inaccettabili in cui versa il carcere di Potenza. Ha scritto l’11 novembre l’ispettore Donato Sabia: “Il livello di degrado offende la dignità umana e la mancanza di spazi afferma l’inciviltà alla detenzione, è evidente che in tantissimi anni, nessun lavoro di adeguamento strutturale è stato posto in essere”.
Ci chiediamo se questa volta chi ne ha facoltà avrà la “dignità” di rispondere e di porre rimedio ad una situazione che si trascina senza soluzioni da anni. Ci chiediamo, se finalmente qualcuno vorrà mettere gli Agenti di Polizia Penitenziaria del carcere di Potenza e di tutte le carceri d’Italia nelle condizioni di adempiere al proprio dovere senza costringerli a turni massacranti. Ancora una volta sulla situazione delle carceri lucane, ed in particolare su quanto avviene a Potenza, ci rivolgiamo al Ministro della Giustizia Angelino Alfano chiedendo risposte. Nel contempo, chiediamo al Consiglio regionale della Basilicata di adoperarsi per istituire la figura del Garante dei diritti dei detenuti. Agli Agenti del carcere di Potenza va tutta la nostra solidarietà, che si nutre di una quotidiana iniziativa di lotta sul fronte delle carceri e della giustizia. L’Italia, lo sappiamo, è un delinquente abituale e le carceri sono anch’esse lo specchio di un paese che rischia di perdersi, ma per dirla con Marco Pannella noi vogliamo “essere speranza per risvegliare l’anima della democrazia”.
Di Rita Bernardini, deputata Radicale e Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
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