Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani e promotore del Comitato per la Libertà di Voto sul Referendum Costituzionale
Chiudere la porta allo spacchettamento del referendum costituzionale significa chiuderla in faccia ai cittadini e alla democrazia. PD e M5S si stanno assumendo la responsabilità di mettere lo scontro politico davanti alla libertà di voto dei cittadini su riforme fondamentali per la vita delle istituzioni e del
Paese. Come Radicali, con i nostri quesiti separati, ci siamo impegnati da subito a rendere questo Referendum un momento di vero confronto democratico sul merito della riforma invece che un plebiscito pro o contro Renzi. Chi oggi sceglie la deriva plebiscitaria, non ha imparato nulla dagli errori della Brexit e si illude che uno scontro campale sulla figura del premier possa ridare legittimazione alle istituzioni e alla politica.
Ringraziamo i parlamentari che in queste ore, senza rispondere a ordini di scuderia, stanno firmando per garantire la libertà di voto dei cittadini. Continueremo a raccogliere le firme fino all'ultimo giorno utile.
Oggi in Italia promuovere un referendum è un privilegio per pochi. Le procedure borboniche della raccolta firme sono accessibili solo a chi ha eserciti di consiglieri comunali che possano certificarle o può spendere centinaia di migliaia di autenticatori. Tutto ciò non è una questione di mera burocrazia, ma è un problema reale di democrazia è stato di diritto.
Ribadiamo quindi la richiesta di una firma "tecnica" a tutti i parlamentari perché l'opzione delle parti separate arrivi davanti alla corte di cassazione e, se questa lo riterrà opportuno, davanti alla corte costituzionale. Entrambi gli schieramenti dovrebbero volere questa verifica di legittimità costituzionale della procedura, prima di dividersi e scontrarsi a spese delle istituzioni e della democrazia.
E ribadiamo anche la nostra richiesta a Renzi e al governo di un Referendum Act che superi le procedure assurde e ingiuste che impediscono la raccolta delle firme, per rendere il referendum uno strumento di democrazia nelle mani di cittadini, non l'arma di una guerra tra apparati
Su questo 2 settimane fa abbiamo inviato insieme agli altri Comitati una lettera al governo e chiesto un incontro urgente al ministro Boschi. Aspettiamo di sapere da governo se su questo fronte intenda dimostrarsi diverso da quelli precedenti.
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