Referendum costituzionale, da Radicali Italiani via a campagna "Vogliamo scegliere" per dire no al plebiscito, sì alla libertà di voto. Magi: quesito unico è come mettere faccia di Renzi sulla scheda

Sul sito vogliamoscegliere.it appello a parlamentari e cittadini per referendum per parti separate o referendum parziali
Il referendum confermativo sulla legge di revisione costituzionale Renzi-Boschi si presenta, a oggi, come un plebiscito sul Presidente del Consiglio, piuttosto che un reale esercizio di democrazia. Il rischio è che il voto di ottobre venga usato da Renzi come strumento di legittimazione e dai suoi oppositori come arma per dare una spallata al governo. Per scongiurare che sulla Costituzione si consumi una nuova "guerra santa" pro e contro Renzi e garantire ai cittadini un reale potere di scelta sul merito della riforma, Radicali Italiani ha quindi lanciato la campagna "Vogliamo scegliere".
A presentarla oggi in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, il segretario di Radicali Italiani Riccardo Magi, il professore Fulco Lanchester, ordinario di diritto costituzionale Università La Sapienza, Mara Mucci, deputata iscritta a Radicali Italiani e Mario Staderini, autore ricorso all’Onu contro l’Italia in materia referendaria.
"Si sta andando verso il voto in blocco su una revisione larga e disomogenea che interessa il 37 per cento della Costituzione" accusa Riccardo Magi. "Come Radicali crediamo che in un momento così importante, come la riforma della Costituzione, si debba dare ai cittadini la possibilità di discernere ciò su cui sono chiamati a votare. Secondo i sondaggi alcune delle modifiche hanno il consenso dell'80 per cento degli italiani, altre solo del 30. Con la nostra campagna proponiamo quindi che la riforma Boschi si voti per parti separate o con quesiti parziali, così da garantire la libertà di scelta e la libertà di voto, che è un principio costituzionale. I plebisciti sul governo in stile dittatura sudamericana non ci interessano e vanno scongiurati, altrimenti tanto vale mettere sulla scheda elettorale direttamente la faccia del presidente del Consiglio", ha commentato il segretario di Radicali Italiani.
Come confermato da costituzionalisti e giudici emeriti della Consulta, costringere gli italiani a scegliere tra un secco Sì o No in blocco all’intera Riforma Renzi-Boschi è in forte contraddizione con il principio costituzionale della libertà di voto, con la giurisprudenza della stessa Corte Costituzionale in materia di omogeneità del referendum, con gli standard democratici internazionali.
"Più che una revisione della Costituzione siamo davanti a un'imponente modifica, visto che tocca il 57% della Seconda parte, quella relativa ai poteri dello Stato", ha spiegato il prof. Lanchester, "Il 'quesitone', cioè il quesito unico, determinerebbe quindi una forte distorsione della libertà di scelta dei cittadini che richiederebbe invece un quesito puntuale ed omogeneo"
I Radicali hanno ricordato che Luigi Einaudi in Assemblea costituente intervenendo sul referendum costituzionale disse: “avrà fortuna solo nel caso che le Camere propongano una sola riforma alla volta e in maniera chiara, in modo gli elettori si rendano conto di quello che sono chiamati a votare”.
Radicali Italiani propone dunque di sottoporre al voto la legge Renzi-Boschi per parti separate cioè divisa per singoli capitoli omogenei corrispondenti ai macrotemi della riforma. Oppure di sottoporre al voto solo alcuni aspetti della riforma attraverso referendum parziali. (IN ALLEGATO LA SCHEDA).
Il referendum per parti separate è alternativo al referendum sull’intera legge; nel caso dei referendum parziali, invece, la richiesta di referendum verte solo sulle parti della legge non condivise dai promotori che scelgono quali aspetti della legge sottoporre al voto. Il resto della legge sarebbe quindi già confermato. Radicali Italiani promuove due referendum parziali. Il primo riguarda l'elezione e la composizione del Senato. Il secondo si oppone alle modifiche dell’art 75 della Costituzione, che secondo Mario Staderini rappresentano "un requiem per il referendum abrogativo, perché non rimuovono gli ostacoli che lo hanno di fatto reso impraticabile. Introdurre una parziale riduzione del quorum per chi raccoglie in tre mesi 800 mila firme autenticate da un pubblico ufficiale, poi, significa permettere i referendum esclusivamente ai grandi partiti che dispongono sul territorio di un esercito di consiglieri comunali. Si tratta di una controriforma alla quale opporsi. A meno che il Governo non consenta a tutti di raccogliere 800 mila firme, modificando la legge ordinaria e consentendo ai cittadini di firmare online", ha concluso Staderini.
Per proporre referendum per parti separate o parziali occorre raccogliere le firme di un quinto dei deputati, o di un quinto dei senatori oppure 500mila firme entro il 12 luglio. "Invito i colleghi a sottoscrivere le nostre proposte, ha dichiarato Mara Mucci, deputata iscritta a Radicali Italiani, lanciando il sito www.vogliamoscegliere.it dov'è pubblicato un appello ai parlamentari e a tutti i cittadini. "A ottobre non diamo le pagelle del Governo, ma andiamo a decidere se questa riforma costituzionale ci va bene o no. Porre in unico quesito tutta la modifica - ha continuato Mucci - è insufficiente dal punto di vista informativo ma anche dal punto di vista della libertà di scelta".
"Il referendum unico è un plebiscito fatto apposta per alimentare le rendite di posizione di Renzi, Grillo e Salvini. I referendum parziali rappresentano la speranza di un confronto vero sulla Costituzione, uscendo dalla rissa tra renzismo e antirenzismo", ha commentato Marco Cappato, presidente di Radicali Italiani e candidato sindaco a Milano.
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