Riforme, Magi: costituzionalisti confermano che il quesito unico è antidemocratico. La soluzione è la nostra proposta di referendum parziali o voto per parti separate

Dichiarazione di Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani:
"Il quesito unico sul referendum costituzionale è fuori dai criteri costituzionali e democratici. A dirlo non siamo soltanto noi Radicali. Dai costituzionalisti arriva oggi una nuova importantissima presa di posizione, che conferma l'allarme che abbiamo lanciato da subito sulla trappola antidemocratica del voto in blocco, e soprattutto avvalora pienamente l'iniziativa che come Radicali stiamo portando avanti per garantire ai cittadini libertà di voto sul merito della riforma, attraverso il referendum per parti separate o con quesiti parziali: il solo modo per uscire davvero dalla logica del plebiscito pro o contro Renzi, tanto più inaccettabile se applicata a una così importante revisione costituzionale.
Nel documento pubblicato oggi sul quotidiano la Stampa, 50 tra i più illustri studiosi di diritto costituzionale, oltre a esprimere preoccupazione per un voto presentato agli elettori 'come decisione determinante ai fini della permanenza o meno in carica di un Governo', affermano che 'se il referendum fosse indetto – come oggi si prevede - su un unico quesito, di approvazione o no dell’intera riforma, l’elettore sarebbe costretto ad un voto unico, su un testo non omogeneo, facendo prevalere, in un senso o nell’altro, ragioni 'politiche' estranee al merito della legge. Diversamente avverrebbe se si desse la possibilità di votare separatamente sui singoli grandi temi in esso affrontati'.
Parole che dimostrano l'efficacia delle nostre proposte. La procedura con cui si arriverà al voto del referendum costituzionale è un punto centrale, che va affrontato seriamente e il prima possibile. Per questo la settimana prossima presenteremo in un incontro alla Camera i quesiti parziali su singoli aspetti della riforma, che abbiamo preparato e sui quali in queste ore stiamo raccogliendo il sostegno di parlamentari di diverse forze politiche che, come noi, vogliono evitare che la Costituzione diventi uno strumento per plebisciti o spallate".
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