Pannella: con Mattarella per la democrazia

“Vogliamo aiutare lo Stato e il Governo affinché l'Italia non perda l'occasione preziosissima di farsi convocatore della conferenza per la transizione comune al mondo arabo verso lo Stato di Diritto e per il Diritto Universale alla Conoscenza, così come è prudente far sì che, se davvero il Governo italiano, nella persona del Ministro della Giustizia Orlando, sostiene la candidatura della tesoriera di Nessuno Tocchi Caino Elisabetta Zamparutti quale componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa, sia garantito il sostegno per una iniziativa democratica che finora manca assolutamente anche rispetto al Presidente della Repubblica”. Lo ha detto Marco Pannella intervenendo oggi a Radio Radicale, a proposito dell'iniziativa in corso per tenere nelle prossime settimane la conferenza internazionale per la transizione verso lo stato di diritto comune al mondo occidentale e al mondo arabo e della candidatura della tesoriera di Nessuno tocchi Caino Elisabetta Zamparutti quale componente italiano del Comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa da parte del governo italiano.
“Non è mai venuta fuori la notizia che il Governo italiano appoggerebbe la candidata Elisabetta Zamparutti al Comitato europeo per la prevenzione della tortura. La prudenza imporrebbe di aiutare il ministro Andrea Orlando - ha spiegato Pannella - magari raggiungendo effettivamente il Presidente della Repubblica in queste ore. Se dovesse accadere altro, ad esempio il rammarico di non essere stati ascoltati, cioè che governo, Gentiloni avrebbero potuto e dovuto fare ben altro, quest'altro risulti sin dall'inizio indicato come la risposta da fornire a tale mancanza”.
“Dobbiamo – ha detto ancora Pannella - non occuparci di informare ufficialmente governo e direttamente lo stesso Capo dello Stato per informarlo e scongiurare il proseguirsi del corso passivo, conformista de l’opera ufficiale italiana conformemente al regime e non riformare d’urgenza, subito, in questa occasione il prevalere passivo di regime contro una logica conforme ad uno stato di diritto come effettivo, concreto comportamento alternativo da stato di diritto democratico. In sostanza urge da parte nostra sostenere scelte anche emblematicamente democratiche e conformi appunto ad uno stato di diritto e quindi mobilitarci in questa occasione per consentire prima ancora come necessario al Ministro della Giustizia di essere sollecitato, aiutato anche e in primo luogo dal Presidente della Repubblica e dal Governo nel suo complesso a cominciare dal suo Presidente, a evitare il persistere gravissimamente in comportamenti estranei ad uno stato democratico oltre che “di diritto”. Cosa che accadrebbe nel caso in cui la esclusione proprio della candidata sicuramente più autorevole per questo specifico incarico e ignorare obblighi e doveri costituzionali del nostro stato con l’ormai scandaloso comportamento partitocratico volto ad impedire al popolo italiano anche semplicemente di conoscere e rispettare le posizioni non solamente Radicali ma comuni anche a una parte autorevole del mondo istituzionale arabo e demoliberale, proclamato come obiettivo strategico da perseguire subito, nel presente, delle componenti sia tradizionalmente democratiche, sia ufficialmente di parte importante del mondo arabo a partire dalle realtà storica in particolare euromediterranea e mediorientale”.
“Ma il modo di esserlo è avere ben presente quello che proponiamo - ha concluso Pannella - in alternativa al regime in nome per conto della riforma costituzionale e democratica degli attuali stati sia di democrazia reale o di stati subalterni alla grande riforma radicaldemocratica e autonoma di quelli connotanti la realtà del mondo arabo, e cioè un comportamento nel quale con fiducia democratica da oppositori di regime e al regime siamo gli unici a mobilitarci per consentire al Presidente della Repubblica di meglio conoscere e sapere in tempo che, se Orlando è convinto di quello che si annuncia che farà, possa dire questo lo faccio a nome dell'Italia”.
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